A sorpresa degli addetti ai lavori, riparte il tennis in Lombardia. Abbiamo contattato Martina Alabiso, direttore del Tennis Club Milano A. Bonacossa, Luca Brasi, presidente dell’ASD Tennis Altopiano, top school FIT, e Roberto Manenti, maestro della Tennis Academy di Brusaporto, per commentare la ripartenza dei circoli lombardi
La reazione nella provincia di Bergamo
Con grande sorpresa di tutti, il tennis riparte in Lombardia. L’ordinanza del Governatore Attilio Fontana ha colto di sorpresa gli stessi centri sportivi che da venerdì 8 maggio possono riprendere le attività. Inaspettata accelerazione per i circoli, a pochi giorni dal ritorno in campo dei seconda categoria; tutti potranno impugnare la racchetta e questo cambia i tempi della macchina organizzativa. Per commentare questa svolta, abbiamo contattato diversi addetti ai lavori che ci hanno detto la loro. La prima voce è quella di Luca Brasi, presidente dell’ASD Tennis Altopiano, top school FIT che si trova in una delle zone più colpite nel bergamasco. “Non mi aspettavo la riapertura nel modo più assoluto. Siamo una delle zone più colpite, fuori da qua nessuno ha percepito cosa sia successo realmente e di questo me ne sono accorto anche parlando con maestri di zone vicine. Qui è stata guerra vera, Rovetta e Clusone sono state colpite quasi come Alzano e Nembro per gravità – Luca Brasi ci dice prima di parlare della sua struttura – Noi potevamo iniziare con i seconda, ma abbiamo preferito fare manutenzione; poi ieri per magia è apparsa l’ordinanza. Oggi incontreremo il sindaco del comune di Rovetta che è molto disponibile e ci confronteremo con lui portando le nostre linee guida. Per fortuna abbiamo dei centri attrezzati dove la dislocazione dei campi e i doppi ingressi aiutano. Qui nel circondario ci sono piccoli centri che sono ripartiti senza informazioni sulle linee guida, ma noi vogliamo andarci con i piedi di piombo”.
Dopo l’ordinanza il feedback degli appassionati è stato buono, ci svela Brasi: “Tra ieri sera e questa mattina siamo stati contattati una cinquantina di volte tra chiamate e messaggi. C’è un’enorme voglia di giocare, abbiamo sette campi in gestione; anche se siamo in valle c’è un ottimo movimento. La gente è stata chiusa in casa con la paura e adesso c’è voglia di ritrovare una parvenza di normalità”. Le chiare parole del presidente dell’ASD Tennis Altopiano che conclude: “Con i ragazzi abbiamo portato avanti un discorso atletico in questo periodo, anche con i più piccoli, grazie ad un responsabile che ha curato molto questo aspetto. Adesso i ragazzi che tornano in campo, le prime settimane dovranno riprendere confidenza con la palla e penso ci vorranno almeno un paio di settimane”.
Sempre in provincia di Bergamo, Roberto Manenti, maestro della Tennis Academy di Brusaporto: “Siamo stati colti di sorpresa, ma siamo entusiasti e stiamo già contattando i ragazzi. C’è voglia di ricominciare, chi veniva due volte a settimana vuole farne tre e così via – dice Mantenti – Quando ho visto alcune regioni che aprivano al tennis, ho iniziato un po’ a sperarci anche perché in lombardia l’indice di contagio è più basso rispetto a quello di altre regioni, anche se poi numericamente siamo molti di più. Questa riapertura è una manovra politica, ma ben venga per noi”. Le parole del direttore tecnico dell’academy prima di svelare le misure che saranno prese nella struttura: “Come ogni centro sportivo non apriremo il bar, ci porteremo avanti sanificando gli spogliatoi e i bagni di servizio. Lunedì partiremo con le utenze, il 4 avevamo ricominciato con i seconda categoria; quattro nostri e due provenienti dal centro tecnico – prosegue il discorso – Adesso ripartiremo con gli agonisti, però ci tengo a dire che secondo me ripartire con i seconda è stata un’idea di buon senso. Seppur contro il mio interesse personale riconosco che aprire a tutti avrebbe mosso una valanga di gente, così invece abbiamo potuto testare i protocolli di sicurezza. Adesso siamo pronti, anche se non faremo partire la scuola tennis dei più piccoli che magari ancora non sanno palleggiare bene”.
Caccia all’ora al Tennis Club Milano
Per quanto riguarda il capoluogo lombardo, parliamo con Martina Alabiso, direttore del Tennis Club Milano che già lunedì aveva riaccolto i seconda categoria. “Non ci saremmo aspettati di ripartire, ma per fortuna già una settimana fa avevamo acquistato i separatori in plexiglas per la segreteria e i dispenser automatici; quindi sul piano dei dispositivi medici siamo pronti – esordisce alla notizia della ripartenza del tennis in Lombardia – Con i campi devo ammettere che siamo un po’ indietro con la manutenzione perché in questo periodo non è stato possibile farla. Al momento abbiamo sette campi pronti mentre gli otto restanti potremmo consegnarli nei prossimi giorni se il tempo ce lo permetterà”.
Proseguendo il discorso, Martina conferma di aver già mandato una comunicazione ai soci. “Abbiamo mandato un filmato dove viene mostrato il comportamento da adottare nel circolo (vedi sotto), abbiamo allegato le linee guida prodotte dalla FIT e il protocollo redatto dalla figura dell’ufficio dello sport insieme al Coni”. Detto questo la ripartenza al Tennis Club Milano è stata fissata: “Sabato mattina alle 7.00 saremo in campo, nella prenotazione dei campi non abbiamo dato priorità quindi oggi alle 12:00 si è aperta “la caccia” all’ora. La nostra è una famiglia quindi abbiamo ritenuto giusto fare così – spiega la scelta Alabiso che conclude parlando delle misure in campo – All’ingresso prenderemo la temperatura a chi entra e ci sarà l’obbligo di indossare la mascherina prima di giocare e dopo l’ora. In questi giorni abbiamo constatato che chi si allena a livello alto non può giocare con il guanto, i dispenser automatici però aiutano e poi giocatori di questo livello sono naturalmente in grado di giocare la palla in campo senza toccarla. Comunque in campo c’è sempre un tecnico che indossa il guanto ed è autorizzato a prendere le palline. Per ora ci siamo trovati bene, domani vedremo come andrà con i soci che possono magari avere meno dimestichezza con la racchetta”.