La statunitense, oggi 30 anni, dà l’addio definitivo con un’emozionante lettera affidata ai social: “Le numerose operazioni chirurgiche non sono bastate”.

L’ultimo torneo ad Auckland nel 2014

Jamie Hampton taglia il traguardo. Oggi l’ufficialità e lo stop definitivo tramite un post su Twitter, ma la carriera della statunitense termina di fatto nel 2014. Quella semifinale mai disputata ad Auckland contro Venus Williams rappresenta la fine di un percorso che avrebbe potuto scrivere pagine importanti. Hanno vinto gli infortuni: il talento indiscusso di Jamie non è riuscito a compensare una gracilità fisica sempre più imponente nel corso degli anni.

Il problema all’anca all’età di 23 anni ha vanificato una carriera in rampa di lancio: la Hampton iniziò a brillare nel lontano 2013, agli Australian Open, dove riuscì a strappare un set alla futura vincitrice del torneo Viktoria Azarenka. Poi gli ottavi al Roland Garros e una continuità di rendimento che sembrava aver contagiato la giocatrice di Francoforte. Sempre nel 2013 raggiunse il best ranking alla posizione 24 e la prima finale di rilievo a Eastbourne superando Caroline Wozniacki a suon di rovesci vincenti. Il rientro nel circuito è stato sempre e solo un pensiero fisso. Nel 2015 il timido annuncio della presenza alle qualificazioni del WTA 125K di Carlsbad, in California. La smentita qualche settimana dopo, alla vigilia del torneo.

La lettera d’addio e il nuovo capitolo di vita

A distanza di circa 5 anni Jamie dice basta: “Ora inizia un nuovo capitolo della mia vita, guardo avanti. Sono stata fortunata: mi hanno accettato all’università e dal prossimo autunno comincerò con le lezioni”, scrive in una lettera ai fan che per svariate stagioni hanno aspettato il suo ritorno in scena.

La Hampton ripercorre quanto sofferto: “Ne è passato di tempo. Sono sicura che le persone che hanno seguito la mia carriera, sono consapevoli di quanti interventi chirurgici io abbia dovuto affrontare – si legge -. Sfortunatamente non sono stati sufficienti per un mio recupero. È stato difficile confrontarsi con questa nuova realtà, ci ho lavorato per anni. Il tennis è stato il mio primo amore e nonostante siano anni che sono fuori dal circuito, è veramente complicato dare l’addio definitivo. Ma la cosa più importante, è che voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini durante il mio cammino, specialmente durante i momenti più bui. Giocare i più grandi tornei al mondo è stato un sogno che si è realizzato, non sarebbe stato possibile senza la mia famiglia, i miei amici, i miei allenatori, i miei sponsor e, ovviamente, i miei fan”.