Raùl, padre dell’ex numero 13 al mondo, non replica alle accuse del figlio: “Il giornalismo in questi casi fa male”
Lo sfogo di Guillermo Pérez Roldán, ex numero 13 al mondo negli anni Ottanta, non poteva passare inosservato. L’argentino ha accusato pesantemente il padre Raùl di averlo derubato dei guadagni di una carriera e di aver subito abusi fisici. “Avrei preferito un padre migliore e un allenatore peggiore“, aveva dichiarato Guillermo, 51 anni il prossimo ottobre. Chiamato ripetutamente in causa da La Nacion per una replica, però, Raùl ha tagliato corto risolvendo la telefonata in pochi minuti. “Non voglio dare alcuna risposta, né contro Guillermo né a mio favore. Questa è una questione familiare e in quanto tale andrà risolta tra noi. Il giornalismo in questi casi fa male. Lo sfogo è stato naturale? Va bene, non ho comprato il giornale e non l’ho visto. Non dirò a nessuno se e quando parlerò con lui. Di sicuro non sono cose risolvibili per telefono, la situazione in Cile al momento è complicata per i viaggi a causa del coronavirus“. L’ex tennista, nonostante tutto, sarebbe pronto a lasciarsi tutto alle spalle. Sperava che la nascita del terzo figlio potesse avvicinare suo padre ma neppure l’invio delle ecografie via Whatsapp avevano ricevuto risposta. “Vorrei che la mia intervista portasse a qualcosa di positivo, voglio incanalare il mio dolore sui binari giusti. Non gli vieterei di vedere i suoi tre nipoti, fa comunque parte della mia vita”.