Il numero 2 al mondo ha rilasciato un’intervista a un gruppo ristretto di giornalisti. “Roland Garros a settembre? L’ho saputo dieci minuti prima della comunicazione ufficiale. Federazioni, Atp e giocatori dovrebbero lavorare assieme”
Il giorno dopo il suo trentaquattresimo compleanno, il numero 2 al mondo Rafael Nadal ha concesso un’intervista a un gruppo ristretti di giornalisti. Argomento centrale la possibile ripresa del circuito con due Slam ancora in programma. “Se mi chiedessero oggi di partecipare a un torneo di tennis a New York direi di no – ha confessato il numero 2 al mondo – Non sappiamo la situazione tra due mesi, potrebbe migliorare ma sono sicuro che chi organizza il torneo voglia un evento che sia sicuro per tutti. Se non sarà possibile, allora non avrà senso giocare perché bisogna essere responsabili e dare il buon esempio. Quando ho detto che non credevo a un possibile ritorno del tennis nel 2020 l’ho fatto perché eravamo in condizioni terribili. Con gente che soffriva e moriva, la mia mente non riusciva a pensare allo sport. Sarà importante trovare un vaccino per permettere a tutti di viaggiare senza paura di contrarre il virus. Il tennis è diverso dal calcio, il campionato non mescola gente di zone diverse“.
Sulla possibilità di permettere a tutti gli atleti di partecipare al circuito Rafa ha insistito: “Il nostro è un circuito mondiale, dovremmo ripartire quando tutti i tennisti saranno in condizione di poter viaggiare. In caso contrario, magari competeremo e giocherò ma mi sembrerà di non agire in modo corretto al 100%”. Appuntamento clou per la stagione di Rafa, ovviamente, il Roland Garros: “Ho saputo dieci minuti prima della comunicazione ufficiale che si sarebbe giocato a settembre, ho solo detto alla Federazione francese di parlare con l’Atp e i giocatori per cercare di lavorare tutti insieme. Non è una situazione facile per il calendario, ognuno vorrebbe ovviamente far giocare il proprio torneo ma è difficile prevedere cosa accadrà – ha proseguito Nadal – Non saprei rispondere a chi mi chiede se sarei disposto a rinunciare agli Us Open. Non penso che saranno eventi troppo ravvicinati, in caso deciderò con il mio team e la decisione presa sarà la migliore per il mio tennis”.
Rafa, così come Federer e Djokovic, si è esposto sulla questione razzismo in America pubblicando uno sfondo nero sui social network dopo la morte di George Floyd. “La situazione attuale è molto brutta, cose del genere vorresti che non accadessero. Spero che il Paese riesca a controllare ciò che sta succedendo in molte città per tornare a vivere in pace – ha rimarcato Nadal – Tutte le persone che crede in un mondo migliore sono contrarie al razzismo, alla povertà e a tutti gli eventi terribili che spesso accadono. Tutti dovrebbero avere le stesse opportunità, gli stessi diritti. La violenza può creare disastri.