Dopo il match di esordio a Cancun, alle Wta Finals, vinto senza problemi contro Maria Sakkari, Aryna Sabalenka ha esternato tutta la sua delusione nei confronti della Wta
Il grido di allarme arriva da Aryna Sabalenka, attuale numero uno del mondo e finalista della scorsa edizione del Masters Wta. La bielorussa, a Cancun in occasione delle Finals, al termine del suo primo incontro del girone vinto agevolmente contro la greca Maria Sakkari, ha affidato a Instagram la sua delusione nei confronti dei vertici Wta riguardo l’organizzazione di una manifestazione che dovrebbe rappresentare il punto più alto della stagione, dato che prevede la sfida delle otto migliori giocatrici dell’anno.
Ebbene, dichiarandosi soddisfatta di essere riuscita a superare le pessime condizioni di gioco nel suo match d’esordio, ha aggiunto: «Devo dire che sono molto delusa dalla Wta e dall’esperienza vissuta finora alle Wta Finals. Come giocatrice, mi sento davvero poco rispettata. Credo che sia così per la maggior parte di noi. Non è questo il livello di organizzazione che ci aspettiamo per le Finals. Ad essere sincera, non mi sento sicura a muovermi su questo campo, il rimbalzo non è affatto costante e non siamo state in grado di allenarci su questo campo fino a ieri. Per me non è accettabile con una posta in gioco così alta”.
Effettivamente le Finals Wta, negli ultimi anni, sono state funestate da polemiche e “interruzioni”. Dopo aver siglato un molto ben remunerato accordo nel 2019 con Shenzhen, la sede cinese si era resa indisponibile l’anno successivo per via della pandemia, e non era stata ripristinata nemmeno in seguito, dopo la scomparsa di Peng Shuai.
Nelle ultime 3 stagioni, l’annuncio della sede delle Finals è sempre arrivato con un ampio ritardo. Guadalajara ha ospitato il torneo nel 2021, prima di trasferirlo a Fort Worth, in Texas, nel 2022, dove la scarsa affluenza di pubblico non è passata inosservata.
Anche quest’anno i problemi non sono mancati, con l’annuncio di Cancun fatto solo due mesi fa e, per di più, l’evento organizzato in un’arena temporanea, definita inadeguata dalla numero uno del mondo.
Prima che la sede messicana fosse annunciata ufficialmente, si era parlato di organizzare la manifestazione in Arabia Saudita. Non è un caso che il contratto con Cancun sia di un anno: giusto il tempo per poter valutare meglio la proposta araba, in vista del 2024.