Quindici anni dopo la finale del Roland Garros 2005 e la positività al test antidoping, Mariano Puerta ritratta la sua versione e spiega di aver mentito in tribunale

Quindici anni dopo la finale del Roland Garros 2005, Mariano Puerta ha parlato a La Nacion svelando una nuova versione che giustificherebbe la positività al controllo antidoping del torneo parigino. In quell’occasione l’argentino si arrese a Rafael Nadal che con il parziale di 6-7 6-3 6-1 7-5 si aggiudicò il suo primo slam. “Nelle varie udienze in tribunale spiegai che poco prima della finale stavo con l’attrice Sol Estevanez e mia moglie. Evidenziando che quest’ultima nella sua acqua metteva qualche goccia di Effortil, un farmaco per dolori mestruali che conteneva Etilenefrinaspiega l’ex tennista – Io dissi di aver accidentalmente bevuto dalla bottiglietta di mia moglie, ma era una falsità inventata dai miei rappresentanti legali”.

Ammesso questo Puerta spiega come è andata realmente, almeno a suo modo di dire: “Prima della stagione 2005 sono andato al General Nutrition Center a comprare le vitamine della stagione, ma tornato in Argentina mi accorgo di aver dimenticato la bottiglia di caffeina e ginseng. A quel punto il mio preparatore atletico Dario Lecman mi disse di avere un amico che avrebbe potuto aiutarmi ed io mi fidaiprosegue il racconto del tennista che quell’anno fu sottoposto a vari controlli antidoping – Dopo il Roland Garros non è successo niente, io ho continuato a giocare diversi tornei, finché un giorno mia madre mi recapita delle lettere e tra queste trovai la notifica della positività al test antidoping. Lecman non sapeva niente, ma parlando con il suo amico emerse che alcune pillole erano compromesse. Una volta che l’Equipe svelò tutto, iniziai a sentire gli occhi puntati su di me, la mia carriera terminò una volta aperta quella busta”.

Quando La Nacion ha interrogato Dario Lecman, ex pesista ed ex preparatore atletico di Puerta, è arrivata la più netta delle smentite: “Non sento Mariano da una vita. Ha detto che ha avuto delle pillole da un mio amico che lavorava in un laboratorio? No, non ho nulla a che fare con questa storiaha risposto al telefono – Lui è un mio amico, mi sembra strano ciò che ha detto, dopo lo sentirò su Whatsapp. Non ho idea di cosa sia questa storia, anche perché nel 2007 quando è tornato in campo sono sempre stato io a seguirlo”.