Prima Cirstea, poi Pliskova: la tennista romagnola si è ritrovata a Palermo lasciandosi alle spalle un periodo buio. Non vinceva due partite consecutive da Bogotà 2019. “Ora provo solo a divertirmi”
La wild card nel tabellone principale al Wta di Palermo per Sara Errani era stata definita dal direttore Oliviero Palma come un debito d’onore. Un atto dovuto nei confronti di una giocatrice che ha fatto la storia del tennis italiano ma anche del torneo, trionfando per due volte e issandosi sino alla finale in altrettante occasioni. La romagnola si è presentata ai nastri di partenza da numero 169 al mondo e ha confezionato la prima sorpresa del main draw della ripartenza. Pronti via, quasi tre ore di battaglia contro Sorana Cirstea e il boato del pubblico siciliano per coccolare il ritorno in grande stile dell’ex campionessa. A distanza di 48 ore, superato qualche inevitabile acciacco fisico, è ancor più significativo il successo contro Krystina Pliskova. Gemella dell’ex numero 1 Karolina, dotata di un gran servizio mancino e reduce dalla prestigiosa vittoria sulla Sakkari, la ceca sembrava poter far passare una serata da incubo a Sara dopo un parziale di 13 punti a 0 in apertura di match. Guai, però, a dar per battuta la nuova, vecchia Errani: se la grinta e la voglia di restare attaccata a ogni punto del match sono le stesse dei tempi migliori, la ‘Sarita’ post lockdown è finalmente più libera di testa, merito anche dell’aiuto di uno psicologo.
“Non sono più preoccupata del ranking – ha detto in videoconferenza – so che questi sono gli ultimi miei anni di carriera quindi sto solo provando a divertirmi e gustarmi il più possibile di ogni momento, liberandomi di tutte le paure avute nell’ultimo periodo”. Certo, in tutto ciò aiuta la conoscenza di una superficie che la consacra come la giocatrice in attività più vincente: il successo sulla Pliskova è il numero 180 in un main draw del circuito maggiore sul rosso, davanti a Serena e Venus Williams, Kuznetsova e Stosur.
Lo sa bene la povera Krystina che, dopo un avvio perfetto, ha sempre visto tornare indietro la palla e ha capito di dover correre e faticare su ogni punto. Errani è un muro, si esalta sotto gli occhi della capitana di Fed Cup Tathiana Garbin, spezza il ritmo con i drop e taglia le gambe all’avversaria, il più delle volte così sfinita da non provarci neppure e cambiare campo a testa bassa prima del doppio rimbalzo. E neppure lo scroscio d’acqua sul 5-3 al terzo ha destabilizzato il copione di un match ormai nelle mani dell’azzurra: Sara stacca il pass per i quarti contro Fiona Ferro – non vinceva due partite consecutive nel Tour da aprile 2019 a Bogotà – e ritrova il sorriso. Dopo aver messo in ordine i pensieri nella propria testa (“Durante lo stop non sono uscita di casa per due mesi”), la trentatreenne bolognese ha chiarito sul campo di non aver disimparato a mandare in tilt qualunque tipo di avversaria: “Ovviamente voglio provare a raggiungere il mio miglior livello ma al momento non ci penso molto“. E per ora va bene così.