il numero uno al mondo prosegue nel suo dominio sopravvivendo a malanni fisici ma le sue vittorie fanno quasi da contorno alla lotta politica portata avanti con Pospisil: “Mi piacerebbe avere Rafa e Roger dalla mia parte ma ognuno ha le sue opinioni”

Titolo numero 80 in carriera, il trentacinquesimo ‘Mille’ che vale l’aggancio a Nadal, il secondo Golden Masters chiuso. Sono solo alcuni dei record sgretolati da Novak Djokovic a New York, ancora imbattuto nel 2020 e sopravvissuto a malanni fisici, dal collo allo stomaco, risorgendo in partite già perse e imponendo la sua legge. Tutto ciò, però, sembra non far più notizia. Vincere non è mai banale, farlo al primo torneo dopo sei mesi di sospensione del Tour lo è ancor meno. In campo Nole riesce a mettere più o meno tutti d’accordo ma la prosecuzione del suo dominio stagionale è passata in secondo piano per la lotta ‘politica’ portata avanti assieme a Vasek Pospisil, la nuova associazione formata da soli giocatori e chiamata PTPA. Con una foto di gruppo con i primi tennisti che hanno appoggiato il progetto del numero uno al mondo si può ufficialmente affermare di assistere a una svolta nel circuito maschile. “Faccio parte del Council da diversi anni e ho apprezzato molto questa occasione – spiega Nole in conferenza dopo il titolo contro Raonic – Questa associazione non è un’idea nuova, Andy Roddick era uno dei principali sostenitori a suo tempo. Siamo uno dei pochi sport che non ha un’organizzazione composta da soli giocatori, ne discutiamo da decenni. In una lettera ho letto che l’Atp non può coesistere con questa organizzazione. Non sono d’accordo, siamo sicuri al 100% di poter dare vita a tutto ciò. Non è un sindacato, è un’associazione: non promuoveremo boicottaggi, né formeremo circuiti paralleli“.

Mentre l’Atp esce allo scoperto con un comunicato ufficiale in cui si invita all’unione e ad abbandonare divisioni interne in un periodo storico così difficile, il chairman Andrea Gaudenzi incassa l’appoggio di due voci decisamente influenti: Rafael Nadal e Roger Federer. “Il mondo sta vivendo una situazione complicata, penso sia il momento di restare calmi e lavorare tutti insieme nella stessa direzione: è il momento dell’unità, non della separazione. Ci sono delle cose che il mondo del tennis può raggiungere restando compatto“. A stretto giro di posta il retweet del 20 volte campione Slam. “Assolutamente d’accordo con Rafa. Sono tempi impegnativi ma restando uniti come giocatori possiamo aprire la strade migliori da seguire“. Nole non ha dunque convinto gli altri due tenori, creando un ennesimo e pericoloso dualismo a livello mediato con Rafa e Roger. “Mi piacerebbe averli dalla mia parte – ammette Djokovic – Capisco che ci siano posizioni diverse. Non abbiamo ancora risposte per tutte le domande: all’inizio non avremo sicuramente una grande forza contrattuale ma da qualche parte si dovrà pure iniziare“. Nole e i suoi primi ‘adepti’ (nella foto di gruppo c’è anche Berrettini) rivendicano una maggior importanza degli atleti nelle decisioni prese dai vari organi ma più di qualcuno storce il naso per la tempistica con la quale questa nuova associazione sta prendendo forma, ossia alle porte del primo Slam stagionale da gennaio e con tanti forfait, molti dei quali di un certo rilievo. La sensazione è che, ancora una volta, il serbo abbia voluto compiere il passo più lungo della gamba, a prescindere dalla bontà o meno dell’intento. Il processo, però, è già avviato e sarà difficile tornare sui propri passi: la bolla di New York si prepara a vivere altre due settimane movimentate, dentro e fuori dai campi di Flushing Meadows.