In campo oggi gli ultimi due azzurri rimasti in gara a New York. Berrettini favorito, Caruso no, ma è lecito sognare.
Matteo ritrova il norvegese: Parigi amara
Sabato 5 settembre, ritornano in campo Matteo Berrettini e Salvatore Caruso, unici superstiti della truppa azzurra che non ha saputo rispettare in toto le aspettative della vigilia. Due match diversi, opposti se vogliamo, con il romano che parte ovviamente con i favori del pronostico nonostante l’unico precedente con Casper Ruud sorrida al norvegese. A Parigi, lo scorso anno, il figlio di Christian mostrò tutte le sue qualità da terraiolo sorprendendo l’attuale numero uno d’Italia, che di progressi a distanza di oltre un anno ne ha fatti parecchi: “Matteo dovrebbe ringraziarmi – ha scherzato Ruud in conferenza stampa in seguito al successo su Ruusuvuori – dopo che l’ho battuto al Roland Garros, ha cominciato a giocare veramente bene. Ha fatto una gran stagione sull’erba, ottavi a Wimbledon e poi la semifinale qui. Forse sono stato io a far cominciare tutto!“.
Inutile sottolinearlo, oggi si gioca su altri campi e con un altro Berrettini, maturo e consapevole di poter arrivare in fondo in qualsiasi torneo, soprattutto se si tratta di superfici veloci. Provare ad emulare il risultato dello scorso anno è sicuramente un obiettivo, ma come la ripresa ci ha insegnato è meglio procedere a passi cauti. Se Matteo non ha ancora concesso un set nei primi due turni (con Soeda e Humbert), lo stesso non si può dire per il talento nordico che all’esordio ha avuto bisogno del quinto set per archiviare la pratica McDonald, uno che negli Slam è capace di esaltarsi con gente ben più avanti di lui in classifica. Al secondo turno quel Ruusuvuori che tanto aveva fatto patire Berrettini al torneo di Cincinnati: dopo due set e mezzo il finlandese ha issato bandiera bianca con Ruud.
I bookmakers non hanno dubbi: la vittoria di Matteo è data a 1.15. Ma a prescindere dalle quote il vento tira dalla parte di Roma questa volta.
Cannova: “Con Rublev per vincere”
Se per Berrettini si parla con fiducia, urge trattare altri temi per Salvatore Caruso. Al terzo turno di uno Slam, ‘Sabbo’ ci è già stato. Ironia della sorte si tratta sempre di quel Roland Garros, tanto fortunato per il siciliano e da dimenticare per l’allievo di Santopadre. Uno degli ingredienti vincenti è senza dubbio il rapporto con coach Paolo Cannova, il quale lo segue da oltre 11 anni. “Questo risultato ti dà consapevolezza – ha rivelato l’allenatore a Sportface.it – riuscire a centrare per la seconda volta un terzo turno in uno Slam ti dimostra che non è un caso. Con Rublev sarà partita vera, sono speranzoso: si entra in campo per vincere”.
Secondo Cannova, l’avvicinamento all’ottimo cammino è partito qualche giorno fa: “Sono convinto che questo risultato sia frutto delle partite giocate a Cincinnati – prosegue – che sono state più complicate di quelle giocate agli Us Open. Vincere i due match nelle qualificazioni non era facile: Sinner è in rampa di lancio, batterlo è stata una grande iniezione di fiducia. Anche il primo turno in main draw contro Krajinovic è stato positivo, è riuscito a competere con un solo break per set contro un giocatore in forma strepitosa”.
Al secondo turno Caruso ha sconfitto Ernesto Escobedo, uno che, come confermato da coach Paolo, “colpisce la palla con una violenza inaudita”. Palla pesante e ovviamente più regolare quella di Rublev. Con il russo si entra in un ottica diversa rispetto a quella dell’americano e di Duckworth, superato all’esordio. A briglia sciolta e senza pressioni, Salvo ha il tennis per giocare alla pari con il classe 1997. E chissà che questo pazzo ritorno del tennis non regali una sorpresa anche sul campo 5.