Tutto parte da un’affermazione di Federer quantomai sibillina. Confermata poi dai coach Ljubicic e Luthi: il 2021 non sarà l’ultimo anno di Roger. Il commento del nostro biblista-tennista Ludwig Monti
“Per certi versi sono soltanto all’inizio del mio viaggio” (Roger Federer).
Chissà cosa avrà realmente detto, a margine di un recente impegno per uno spot pubblicitario. Per onestà, il suo ragionamento proseguiva così: “Le mie avventure fuori dal campo sono ancora in ascesa”. Ma mi basta la prima frase, titolo di un sito specializzato, per tornare col pensiero a Roger. Ah, la bellezza di certe sintesi decontestualizzate che raramente (ma avviene) ti lasciano sognare: sì, caro Re, sei solo all’inizio del tuo viaggio e anche in campo darai vita a rinnovati inizi! Certo, lo so, in questi giorni fra Roma e New York hanno giocato altri tennisti, ma che importa? O si sarebbe potuto ancora guardare il Barcellona senza Messi?
Nella vita, come scriveva un padre della chiesa del IV secolo, sempre si va “di inizio in inizio attraverso inizi che non hanno fine”. Forse che Roger in questa pausa forzata, mentre si cura il ginocchio e riprende la preparazione atletica agli ordini di PP, si sta dedicando a un corso accelerato di teologia patristica? Più facile che Sandgren o Millman vincano uno Slam… Eppure questo slancio verso rinnovati inizi, completato dalla dolce prospettiva che con buona probabilità il 2021 non sarà il suo ultimo anno agonistico (copyright Ljubo e Luthi), mi suggerisce che alle soglie dei quaranta il Mago sia pronto a stupirci ancora. Voilà, palla c’è, palla non c’è…
In fondo ogni giorno è un nuovo inizio, no? Senza retorica, ma è esperienza comune: riaprire gli occhi e riprendere contatto con il mondo è sempre una nuova partenza, in alcune mattine più facile in altre meno. Un ricominciare, una tappa inedita nel viaggio della vita. A chi gli chiedeva: “Abba, cosa fai nel deserto?”, Antonio, il padre dei monaci, quasi novantenne rispondeva: “Oggi ricomincio”. Che atto di fede nella vita! Senza dimenticare le svolte e i cambiamenti, soprattutto quelli inattesi, che ci spingono quasi naturalmente a ricominciare. Nell’infinito viaggio dell’esistenza non dobbiamo mai perdere il gusto dell’acqua di fonte, di quelle limpide sorgenti alle quali tornare ad abbeverarci, ancora e ancora. Chi può impedircelo?
A queste e ad altre immagini associo spontaneamente i colpi bianchi che il Magnifico tornerà a donarci: atti di bellezza, freschi come l’acqua che bagna le labbra dopo una passeggiata nel deserto, nitidi come il sole che sorge in un cielo sgombro di nuvole, melodiosi come il suono della voce della persona amata, sorprendenti come l’improvviso arcobaleno… Nei suoi vent’anni abbondanti di carriera tanti sono stati per lui gli inizi; tante le svolte repentine e i momenti di passaggio; tante le sue presunte fini (è dal 2009 che ne annunciano il ritiro!); tantissime le tappe del pellegrinaggio attraverso i campi di tutto il mondo. Ma quanti chilometri avrà mai percorso?
Poco importa, qui non è questione di numeri, bensì di accogliere l’invito poetico: “Viandante, le tue orme sono / il cammino e niente più; / viandante, non c’è cammino, / se non andando avanti. / Camminando si apre cammino / … Viandante, non c’è cammino / se non scie sul mare” (Antonio Machado). O nell’aria, come quelle lasciate dalla nostra cara pallina gialla, quando l’Artista la colpisce ed essa obbedisce, sibilando gentile e gioiosa. Lasciamo dunque al Poeta di meravigliarci ancora e ancora, fin quando vorrà e potrà: la fine del suo viaggio, non così lontana, sarà preceduta da tanti rinnovati inizi. Per lui e per noi. Ispirati dalla sua arte, anche dopo la fine del suo danzare sui campi. Nuovi inizi, sempre.
E poi, diciamocelo: come potrà mai finire il suo viaggio nei nostri cuori? Ricomincerà sempre, di inizio in inizio, senza fine…