Non ha mai smesso di crederci, anche dopo aver perso la sensibilità a tre dita della mano. Ora si gioca i quarti agli Internazionali.
Incubo e riscatto
Dietro il terzo turno di Stefano Travaglia a Roma c’è una storia vera. Quella di un ragazzo capace di affrontare infortuni e avversità grazie al talento sconfinato che madre natura gli ha gentilmente offerto. Il braccio di ‘Steto’ – così si fa chiamare – non è mai stato messo in discussione. Il dritto il suo punto forte, a cui negli anni ha abbinato miglioramenti continui a quel nervo scoperto dalla parte del rovescio. La gavetta Challenger e l’ingresso in top-100, ma prima c’è un capitolo che merita di essere raccontato.
Estate del 2011, Stefano ha 19 anni e la sua carriera sempre poter prendere il volo. A quei tempi navigava attorno al 350° posto del ranking diventando una solida realtà per i Futures e una piacevole presenza nei primi Challenger. Un giorno nella sua Ascoli Piceno, città dove è nato e dove risiedeva con i genitori, scivola dalle scale: va a sbattere contro il vetro di una finestra riportando una gravissima lacerazione (per intenderci il vetro gli è entrato sotto il polso). Scena da film horror e ricovero immediato in ospedale: la fortuna fu proprio la presenza dei genitori in casa, che riuscirono a soccorrerlo e portarlo in tempo al pronto soccorso.
Steto perde la sensibilità alle prime tre dita della mano. Qualche mese dopo l’operazione, mostra segnali importanti, riuscendo a tornare sul campo in meno di un anno dallo spavento. La ripresa fu piena di insidie: ripartire quasi da zero a quell’età è una botta psicologia non da poco. Tuttavia il marchigiano trova il modo per cominciare una rapida risalita: a fine 2014 entra per la prima volta in top-200. Poi altri problemi, allo scafoide e successivamente alla schiena. Possiamo dire che Stefano ha trovato una meritata serenità dagli infortuni dal 2017. Le partecipazioni ai primi Slam (battendo Fognini agli Us Open nel 2017) e le vittorie nei Challenger. Il 2019 è l’anno della definitiva consacrazione con l’ingresso e la stabilizzazione in top-100. Ora si gioca i quarti di finale a Roma.
Ora il derby con Berretto
Ritornando al presente, Travaglia è atteso al derby complicato con il padrone di casa Matteo Berrettini. Ci è arrivato grazie alle vittorie su Taylor Fritz e Borna Coric: “E’ stata una partita – spiega facendo riferimento a quella con il croato – a livello di condizioni, molto diversa da quella vinta contro Fritz in serale. Mi sono dovuto adattare. Sono rimasto solido e ho puntato tutto sul tie-break. Non avevo buone sensazioni fin dall’inizio, ho provato comunque a dargli fastidio. A livello tennistico, ho giocato meno bene, ma sono stato solido nei momenti importanti”.
Sul terzo turno: “E’ un derby. Matteo viene da un ottimo risultato a New York e sarà sicuramente un ottavo di finale da giocare fino alla fine. Bello giocare contro un italiano, ma una volta che si scende in campo si gioca per vincere – prosegue il numero 84 del mondo in conferenza -, anche perché due azzurri in un ottavo di finale, a Roma, era da tanto che non si vedevano. Io cercherò di prepararla al meglio”.