L’italiano ha realizzato una delle imprese più straordinarie della sua carriera a Torino: “Ho giocato bene i punti importanti”
“Notti magiche” cantava Gianna Nannini in occasione dei Mondiali di calcio del 1990 in Italia. Una notte magica degna di quelle splendide Nazionali di calcio ci ha fatto vivere Jannik Sinner alle Nitto ATP Finals di Torino: un successo maiuscolo quello sul numero uno del mondo Novak Djokovic, che dà l’ulteriore consapevolezza di poter scendere in campo per giocarsela con chiunque e per poter battere chiunque. “Con Djokovic era una storia simile a quella con Medvedev. Non riuscivo mai a batterlo” – ha detto Sinner nell’immediato post-partita. “Ora nella mia testa posso dire che posso battere Nole“. L’azzurro ha sottolineato la splendida atmosfera che l’ha accompagnato lungo ogni curva del match contro il numero uno del mondo: “E’ un grande privilegio per me giocare qui a Torino. Mi aspettavo un match molto duro, ma con il pubblico che cercava di aiutarmi è stato più facile. Ho cercato di mettere tutto nella giusta direzione e quando le cose vanno così e c’è un italiano che gioca, l’atmosfera si fa davvero meravigliosa. Sono contento di poter essere parte di questo”.
Abbiamo imparato a conoscere Sinner e la sua mentalità è sempre volta al miglioramento, come ha dimostrato subito dopo il trionfo di ieri sera: “Quando hai 22 anni puoi solo imparare e migliorare. Quest’anno ho svolto un processo molto efficace, mi sono allenato molto durante i tornei e non ne ho giocati alcuni per migliorare e presentarmi al meglio in quelli più grandi. A Wimbledon avevo detto che mi ero sentito più vicino a Djokovic, ma oggi avrei anche potuto perdere in due set… Non sai mai cosa può succedere”. Anche Adriano Panatta, durante la telecronaca su Rai 2, si è lasciato andare ad affermazioni forti sul futuro dell’altoatesino: “E’ l’erede di Djokovic, sarà numero 1 e lo sarà per molto tempo“. Un’investitura pesante, ma che racconta del potenziale enorme dell’attuale numero 4 del mondo.