Il giovanissimo Alcaraz e l’argentino Cerundolo hanno vinto il maggior numero di titoli, mentre l’Italia è andata a segno solo con Gaio e Musetti

Alcaraz trascina la Spagna

Carlos Alcaraz Garfia è colui che si è messo più in luce nel 2020 per quanto concerne il mondo Challenger (e non solo). Il giovanissimo spagnolo classe 2003 ha chiuso la stagione con ben tre titoli, il primo dei quali a Trieste per poi trionfare anche a Barcellona e ad Alicante. Alcaraz è il più giovane vincitore Challenger nel 2020 all’età di 17 anni e 3 mesi, seguito da Lorenzo Musetti. La Spagna, anche e soprattutto grazie ad Alcaraz, ha alzato al cielo 7 titoli Challenger per un totale di 14 finali, peggio solo degli Stati Uniti che hanno invece raggiunto quota 11 successi (JJ Wolf e Steve Johnson gli unici con 2 vittorie a testa). Il giovane argentino Francisco Cerundolo appaia Alcaraz nel maggior numero di titoli vinti negli scorsi 12 mesi: il sudamericano, classe 1998, è stato protagonista assoluto del finale di stagione con 3 trofei nel giro di 2 mesi (a Spalato, Guayaquil e Campinas).

Non solo giovani e sorprese. Hanno presenziato nei tornei Challenger anche due top-40, ovvero Taylor Fritz (numero 34) a Newport Beach e Stan Wawrinka (numero 17), vincitore del Challenger di Praga. Colui che invece ha ottenuto il titolo Challenger con la classifica più alta è stato l’americano Ulises Blanch, capace di affermarsi da numero 419 al mondo al torneo di Ann Arbor. A guidare la fascia d’età nel 2020 sono i ventiquattrenni, vincitori per ben 8 volte (seguono i ventitreenni a quota 7). Il più anziano ad aver trionfato? Philipp Kohlschreiber (36 anni) a Canberra.

La finale più giovane del 2020: Zapata Miralles (23) vs Alcaraz (17) a Cordenons
La finale più longeva del 2020: Bagnis (30) vs Kavcic (33) a Biella
La finale con la differenza d’età maggiore nel 2020: Kohlschreiber (36) vs Ruusuvuori (20) a Canberra

Gli highlights di una delle partite più emozionanti del 2020 a livello Challenger (Alcaraz-Musetti a Trieste):

La prima volta di Musetti

Menzione particolare la merita ovviamente Lorenzo Musetti. Il talento di Carrara ha fatto un salto di 233 posizioni dalla fine del 2019 alla fine del 2020, prevalentemente grazie all’attività Challenger oltre che allo splendido cammino agli Internazionali BNL d’Italia. Il primo titolo di Musetti arriva a Forlì all’età di 18 anni e 6 mesi, battendo sulla precocità sia Brandon Nakashima (19 anni e 3 mesi) che Tomas Machac (19 anni e 4 mesi), ma non Alcaraz. Il ‘Muso’ è inoltre l’unico del 2020 ad aver trionfato da wild card non testa di serie.

A far compagnia al classe 2002 nella bacheca dei Challenger, tra gli italiani, è il solo Federico Gaio che a fine gennaio si è aggiudicato il torneo di Bangkok con tanto di best ranking. Un altro azzurro invece ha fatto segnare un interessante record. Si tratta di Marco Cecchinato, protagonista della finale più lunga del 2020, sia in termini di game (38) che di tempo (2 ore e 51 minuti), contro Thiago Monteiro a Punta del Este.