La stagione del circuito femminile da gennaio a novembre, come sempre all’insegna dell’imprevedibilità. Kenin e Swiatek si iscrivono al lotto delle campionesse Slam, Naomi in evidenza anche nel sociale

Mamma Serena torna alla vittoria ma a Melbourne brilla Kenin

Tre vincitrici diverse nei tre Slam disputati, due delle quali inedite. Il circuito Wta non si sottrae all’impredicibilità che lo contraddistingue, a maggior ragione in un anno che entrerà nei libri di storia e in una stagione tennistica evidentemente condizionata da un lungo stop di cinque mesi. Ma anche a gennaio, prima della catastrofe coronavirus, mentre i riflettori erano puntati su Serena Williams – con la vittoria del primo titolo da mamma ad Auckland – e la numero 1 al mondo Ashleigh Barty – a segno ad Adelaide – è Sofia Kenin a prendersi le luci della ribalta. A Melbourne la statunitense di origini russe si laurea campionessa da testa di serie numero 14, rimontando in finale Garbine Muguruza. Lei, che nel 2005 passeggiava in braccio a Kim Clijsters in giro per Miami sognando un giorno di calcare certi palcoscenici, può dire finalmente di “aver realizzato un sogno” dopo un 2019 di grande continuità e con i primi tre titoli messi in bacheca. Kenin ha poi impiegato un mese per calarsi nella nuova dimensione da top player: dopo le precoci eliminazione all’esordio a Dubai e Doha, Sofia si ripete anche a Lione superando Ana-Lena Friedsam nell’atto conclusivo e confermandosi miglior giocatrice del primo scorcio di stagione. Nel mezzo, in Asia avevano battuto un colpo Simona Halep con il titolo a Dubai e Aryna Sabalenka, vittoriosa nell’epilogo di Doha con una Kvitova a mezzo servizio.

Si riparte da Palermo, Osaka regina in Usa dentro e fuori dal campo

Saltato il Sunshine Double con Indian Wells e Miami, il circuito internazionale si ritrova a Palermo. Tra tamponi, primi casi di positività da gestire e protocolli da mettere in pratica dopo tanta teoria, il capoluogo siciliano veste i panni del torneo della ripartenza. E lo spettacolo, davanti a circa 500 spettatori ammessi, non è mancato: due italiane ai quarti (Cocciaretto e una ritrovata Errani) e Giorgi in semifinale, a pochi punti dal successo contro Fiona Ferro, poi laureatasi campionessa, giocatrice francese di qualità e carattere in grande evidenza sul rosso del Ladies Open. Mentre Halep timbra il cartellino anche a Praga facendo valere la propria caratura, il Tour inizia a migrare verso l’America. Jennifer Brady si aggiudica l’antipasto di Lexington e l’ex campionessa NCAA si ritaglia un ruolo da protagonista anche nella bolla di New York con una semifinale Slam. Due nomi su tutti tra Cincinnati e Us Open, back-to-back sul cemento di Flushing Meadows: Naomi Osaka e Victoria Azarenka. Nel Western & Southern Open, per l’occasione trasferitosi nella Grande Mela, la bielorussa torna a vincere sul circuito per la prima volta dal 2016, pur grazie al ritiro in finale di Osaka. Nella settimana della morte di George Floyd e delle rivolta negli Usa, la giapponese prima annuncia il ritiro in segno di protesta contro le violenze sui neri, poi accoglie favorevolmente il giorno di sospensione deciso dal torneo e torna in campo per la semifinale contro Elise Mertens. Le tensioni fisiche e psicologiche accumulate negli ultimi giorni sfociano però in un fastidio al ginocchio che la costringe al forfait in finale ma non a imporre la propria legge due settimane più tardi agli Us Open. La finale è sempre la stessa, Azarenka certifica il momento d’oro infrangendo in semi il sogno del 24mo Slam di Serena Williams e accarezza la gioia del successo issandosi sul 6-1 2-0. “Mi sono detta che sarebbe stato imbarazzante perdere in meno di un’ora, ho iniziato a provarci su ogni palla”, le parole di Osaka dopo il secondo sigillo negli ultimi tre anni a New York. La sua immagine distesa sul cemento di Flushing Meadows con gli occhi socchiusi va oltre il valore della vittoria in sé, come dimostrato dalle mascherine personalizzate all’ingresso in campo con il nome ogni giorno diverso di una vittima nera: Naomi riceve consensi non solo per il suo tennis, con lei la Wta ha sicuramente trovato un grandissimo personaggio.

L’uragano Swiatek al Roland Garros autunnale

Archiviata la parentesi a stelle e strisce, il Tour torna in Europa per riprendere confidenza col rosso prima di un inedito Roland Garros a cavallo tra settembre e ottobre. A Istanbul la romena Tig nega il titolo al tie-break del terzo a una ritrovata Eugenie Bouchard, decisamente meno lotta nella finale degli Internazionali d’Italia tra Simona Halep e Karolina Pliskova. Nonostante le premesse – un atto conclusivo con l’ex finalista del 2017 e 2018 e la campionessa in carica – lo spettacolo latita a causa delle condizioni precarie della ceca. Pliskova alza bandiera bianca, in lacrime, sotto per 6-0 2-1 e consegna il trofeo nelle mani di Simona. La romena, però, non riesce a ripetersi all’ombra della Torre Eiffel. Se nel maschile pur cambiando le condizioni di gioco a vincere è sempre Nadal, nel torneo femminile succede praticamente di tutto. Senza la detentrice del titolo Ashleigh Barty, mai tornata in campo dopo il lockdown e con l’appuntamento lanciato direttamente al 2021 in Australia, la Halep viene spazzata via dall’uragano Iga Swiatek: appena tre i game lasciati dalla polacca, poi vincitrice del torneo a soli 19 anni. Simona può ritenersi in buona compagnia: nessuna delle avversarie sulla strada della Swiatek è andata oltre i quattro game per set, neppure una straordinaria Martina Trevisan (ai quarti di finale in una storia da libro cuore), la sorprendente Nadia Podoroska in semifinale e una Sofia Kenin a caccia di un incredibile bis nel 2020. “Se in un paio d’anni non sono tra le prime 10 e non lotto per uno Slam, smetto di giocare e mi metto a studiare”, aveva detto Iga in tempi non sospetti: pericolo scampato. Le ultime cartucce di un anno a spizzichi e bocconi le ha sparate Aryna Sabalenka. La Wta, costretta a cancellare la trasferta asiatica e di conseguenza le Finals, torna in campo solamente a ottobre a Ostrava e a novembre a Linz, due tornei indoor dominati dalla bielorussa che nel 2021 ripartirà dalla decima posizione davanti anche a Serena Williams.