“Ora sto facendo quello per cui sono nata e sono felice”. Georgia Brescia, anche top-200, ha appeso la racchetta al chiodo all’età di 23 anni.
“Ora faccio la wedding planner, nessun rimpianto”
“Non volevo più giocare e ho deciso di smettere di giocare. Rimpianti? Nessuno”. Georgia Louise Brescia non ha mai amato le mezze misure. Istintiva e talentuosa sul campo da tennis, il tutto abbinato a una discreta intelligenza tattica e a un singolare dritto a due mani. A livello Under 18 si spinge sino alla posizione numero 107, affacciandosi presto al circuito maggiore. A 17 anni è già tra le prime 1000, mentre a 19 conquista il suo primo titolo ITF a Santa Margherita di Pula (ne vincerà 9, tra cui due 25 mila dollari). Brescia è tra le migliori azzurre della sua annata (1996) assieme a ragazze come Jasmine Paolini e Deborah Chiesa, dimostrandosi forse la più precoce, toccando il best ranking alla piazza numero 184 nel 2017. Col tempo qualcosa cambia nelle intenzioni di Georgia, non vive più il tennis come prima e decide di appendere la racchetta al chiodo.
L’ultimo match disputato risale ad agosto 2019. In esclusiva al Tennis Italiano, Georgia spiega i motivi e in contorni di una decisione che ha lasciato non poco stupore: “Ho smesso, non gioco più – rivela – è stata una scelta difficile, ma legata al fattore della salute mentale. Ero stanca di fare una cosa che in verità non volevo fare, pur essendo complicato da spiegare. Adesso sto molto bene, anzi molto meglio devo dire”.
Dal tennis alla wedding planner, il salto è più breve di quello che si possa pensare: “Ho aperto un’agenzia per persone straniere che vengono a sposarsi in Italia – prosegue -. Sto facendo quello per cui sono nata secondo me. Quello che non capisce la gente è che una persona come me, che non ha studiato e senza diploma, se riesce a far bene una cosa si concentra su quella: nel mio caso è stato giocare a tennis, ma quando cresci capisci che non è la direzione che volevi prendere. Non dico che non mi è mai piaciuto giocare a tennis, ma ho capito che mi piacciono tante altre cose”.
Poi va nel dettaglio della vita da professionista, non tutta rose e fiori: “Se ti organizzi riesci a guadagnare in maniera soddisfacente anche da numero 200 al mondo. Tuttavia possono capitare le stagioni in cui non giochi bene e non guadagni quanto vorresti. Io l’ho vissuta così: un’ansia continua essendo costretta a guadagnare soldi e a non spendere troppo, senza sapere cosa ne sarebbe stato del mio futuro. Non sai mai cosa può accadere. Io sono una persona a cui piace la stabilità e devo ammettere che questo fattore mi ha distrutto per vari anni. Sono anche molto decisa, se faccio una cosa è quella e basta”.
“Dico grazie al tennis, ecco perché”
Il rapporto con il tennis per motivi lavorativi non è rimasto lo stesso, nemmeno da spettatrice: “Non ho tempo di seguirlo, ma non perché non mi piaccia. Con il lavoro che faccio fatico a seguire le partite alla televisione per esempio. Ho ancora contatti con alcune mie amiche, a volte le sento”.
In conclusione, Georgia ringrazia il suo passato per averle regalato un futuro migliore: “Io sono grata al tennis per la persona che mi ha fatto diventare, mi ha messo davanti a scelte difficilissime, a emozioni, a sorrisi e a pianti. Sarebbe brutto dire una singola emozione o una singola partita: grazie al tennis sono la persona che sono oggi. Parlo cinque lingue e ho visto il mondo dieci volte, questo non me lo toglierà mai nessuno”.