Il francese tuona dopo l’annuncio della bolla di Adelaide e dei privilegi riservati ai big

Poche ore dopo l’annuncio, la bolla di Adelaide fa già discutere. A differenza dei colleghi: Rafael Nadal, Novak Djokovic, Dominic Thiem, Simona Halep, Naomi Osaka e Serena Williams, sconteranno i quattordici giorni di quarantena nella città dell’Australia Meridionale per poi chiudere il soggiorno con due giorni di esibizione. Con questa decisione Craig Tiley si era riproposto di alleggerire il carico sulla città di Melbourne e ha garantito che i big dovranno sottostare alle stesse regole di chi alloggerà nello stato di Victoria. Questo non ha evitato però le polemiche di tanti giocatori, supportati da segnali che pongono le basi per una quarantena soft in quel di Adelaide. Ai microfoni de L’Equipe ha tuonato Jeremy Chardy che si presenterà al primo slam stagionale da numero 75 del ranking ATP: “L’annuncio è arrivato all’improvviso e i rumor non fanno presagire nulla di buono per noi. Da ciò che sappiamo, chi alloggerà ad Adelaide potrà beneficiare di una palestra in hotel e l’utilizzo della stessa non sarà conteggiato nella quota delle cinque ore giornaliere. Oltre a potersi allenare di più e poter fare una preparazione migliore, i big potranno anche uscire liberamente trovandosi di fatto a fare un vita normale. Non è difficile capire che godranno di privilegi non concessi a noi altri, ed è una decisione discutibile in uno sport dove dovremmo stare tutti sullo stesso piano“. Lo sfogo del 33enne di Pau che chiude con un’ulteriore provocazione: Cosa sarebbe successo se Federer fosse venuto in Australia? Non è uno dei primi tre, ma non penso gli organizzatori se la sarebbero sentita di lasciarlo a Melbourne con noi”.