Oltre un migliaio di persone tra tennisti e staff sbarca a Melbourne ma 37.000 australiani non possono ancora tornare a casa ed è polemica
Non c’è pace per l’Australian Open, già alle prese con alcuni problemi logistici legati ai casi di positività su due voli charter in arrivo a Melbourne. La scelta di disputare il primo Major dell’anno ha diviso l’opinione pubblica downunder, ancora alle prese con un rigido sistema di restrizioni per evitare una nuova ondata della pandemia. Il governo dello Stato del Victoria è sotto accusa per l’aver permesso a oltre un migliaio di persone tra tennisti e staff di volare in Australia. E neppure il rigido protocollo (isolamento di 14 giorni, cinque ore al giorno al di fuori della camera dell’hotel solamente per allenarsi e giocare) è servito a mitigare le critiche. Secondo quanto riportato dalle colonne di 9news, sono ancora 37.000 gli australiani impossibilitati a tornare a casa, dei quali 4.800 classificati come ‘vulnerabili’.
Come se non bastasse, la compagnia Emirates ha sospeso voli per Brisbane, Sydney e Melbourne fino a data da destinarsi complicando i piani di chi è attualmente in Europa o Medio Oriente. Sydney e Brisbane, infatti, rimangono ‘zone rosse’ e pertanto resta vietato l’ingresso a meno di permessi speciali nonostante lo Stato del Victoria abbia registrato zero casi locali per il decimo giorno consecutivo. Il Ceo della compagnia aerea Qantas, Alan Joyce ha rincarato la dose etichettando questa decisione come ‘devastante’: “L’approccio del Victoria nei confronti di Sydney sembra sproporzionato rispetto ai rischi effettivi, ci sono moltissime persone che hanno dovuto mandare all’aria i propri piani“.
All’attacco anche il ministro dei trasporti del Nuovo Galles del Sud, Andrew Constance: “Bene voler riportare normalità con un evento internazionale – sottolinea – ma penso ci sia dell’incoerenza nel processo decisionale. Nel 2021 abbiamo bisogno delle certezze sui punti principali delle restrizioni, altrimenti la conseguenza sarà solo la perdita di posti di lavoro”. Il clima intorno a Melbourne e agli Australian Open è più infuocato che mai.