Il presidente di ATP ha parlato di vari temi in un’intervista alla Gazzetta delloSport
Durante il periodo più difficile per il mondo del tennis e non solo, ma che è anche quello dove sono state presentate le ATP Finals di Torino, il presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi ha parlato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, analizzando vari temi legati al circuito maschile ma non solo. “La pandemia ha portato solo una cosa di buono: abbiamo lavorato finalmente in sinergia con WTA e ITF – ha spiegato Gaudenzi –. Del resto le settimane sono 52 per tutti ed è inutile forzare la mano da una parte o dall’altra. Ci sono troppe regole diverse, troppe complessità organizzative: è il momento di superarle”.
Riguardo alla questione dei ranking congelati, l’ex tennista spiega che l’obiettivo è chiudere il prima possibile questo periodo, a cui si è arrivati obbligatoriamente per ragioni dovute alla pandemia: “Da marzo vorremmo riprendere il ranking classico, e avere una race con i soli risultati stagionali. A patto di poter disputare un numero elevato di tornei”. Proprio la densità del calendario, però, è la questione più complicata da dirimere al momento: “Siamo ancora in piena pandemia, pur sforzandoci non possiamo ragionare troppo a lungo termine. Per questo aggiorneremo il calendario ogni trimestre: fino all’estate avremo delle preoccupazioni, poi credo che dall’autunno, grazie al vaccino, ci avvicineremo alla normalità. In ogni caso al momenti tutti i tornei in programma da aprile in poi sono confermati”.
Gaudenzi pensa anche che, nonostante il loro peso specifico all’interno del circuito, il tennis maschile possa andare oltre i cosiddetti “Big Three”, Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic, la cui carriera è ovviamente destinata a terminare progressivamente negli anni a venire: “Ho cominciato a giocare con Sampras e Agassi e si diceva che dopo di loro ci sarebbe stato il diluvio. Gli Internazionali d’Italia o Wimbledon mantengono la loro grandezza a prescindere dai protagonisti”.
Un altro tema su cui si dibatte molto negli ultimi mesi è la creazione della PTPA, l’associazione dei giocatori portata avanti da Novak Djokovic e Vasek Pospisil: “Ci sono tre giocatori nel board dell’ATP, nessuna decisione può essere presa contro il loro interesse. Siamo aperti al confronto e ai suggerimenti, ma la divisione non porterà da nessuna parte”.