L’ex numero uno del mondo, ora commentatore di Eurosport, svela i suoi pronostici alla vigilia dell’Australian Open. Confida che Federer possa conquistare ancora uno Slam e su Sinner e Berrettini dice che…
“Novak cova vendetta, è lui il favorito in Australia”
Mats Wilander in Australia ha vinto tre dei suoi sette Slam. Oggi continua a giocare («due o tre ore al giorno per cinque giorni alla settimana, visto che insegno…») e a 56 anni è in forma smagliante. Ma i grandi tornei li guarda dalla tribuna, da apprezzatissimo opinionista di Eurosport.
Mats, partiamo con tre nomi secchi su cui puntare per Melbourne?
«Nel maschile Nadal, Djokovic e Thiem. Nel femminile Naomi Osaka, Ashleigh Barty e Serena Williams».
Restringiamo il campo: il favorito resta Djokovic?
«Be’, Novak sta covando vendetta per la finale persa a Parigi e per quello che è successo agli Us Open l’anno scorso (la squalifica per la pallata alla giudice di linea, ndr). Quindi sarà molto difficile batterlo. E’ lui il favorito».
Ultimamente Djokovic è molto impegnato come sindacalista. Ma si becca le critiche di chi sostiene che i tennisti sono già abbastanza ricchi…
«E’ il numero 1 del mondo, un grande professionista, non ha paura di esprimere le sue opinioni. Facendo così ti esponi inevitabilmente alle critiche. Ma va bene, dimostra che la faccenda gli sta a cuore».
“Federer sa di poter vincere per altri 5 anni a Wimbledon”
La vigilia degli Australian Open è vissuta anche della polemica sulla ‘quarantina da vip’ di cui hanno goduto i migliori: una ingiustizia?
«E’ sempre stato così, nel tennis e nello sport in generale. La gente vuole vedere i più forti, quindi avranno sempre un trattamento speciale. Serena Williams, ma anche Rafa o Nole non erano nessuno quando hanno iniziato. Sono diventati quello che sono per merito loro, e ora si godono i privilegi».
Si rischia un torneo squilibrato? In 70 non hanno neppure potuto allenarsi prima del torneo per via del covid.
«I migliori sono abituati a vincere anche quando non sono al massimo, perché hanno un solo obiettivo: non perdere da chi sta dall’altra parte della rete. Sarà più una questione mentale che fisica, ma la verità è che nessuno sa come reagiranno i tennisti dopo la quarantena. Potrebbero esserci delle sorprese».
Federer non gioca da un anno e ha saltato anche l’Australia: può ancora vincere uno Slam, a quasi 40 anni?
«L’Australia era una buona occasione, perché la superficie è rapida. Lo sarà anche Wimbledon, Roger è convinto di poter vincere lì per almeno altri 5 anni e io gli do ragione. Quindi la mia risposta è sì, soprattutto in questi due tornei. A Parigi e agli Us Open per lui ora invece rischia di essere troppo dura».
Djokovic può superare i 20 Slam vinti da Roger e da Nadal?
«Credo che ci riuscirà. In almeno tre su quattro Slam parte favorito, e lo sarà ancora per due o tre anni. Ma per farcela per lui sarà importante vincerne almeno due nel 2021».
“Sinner è maturo per la seconda settimana Slam. Può regalarci almeno una sorpresa”
Segue i tennisti italiani? Crede che Berrettini o Sinner possano avere una chance in Australia?
«Penso che entrambi abbiano un’ottima possibilità di arrivare in fondo. Sinner è la vera grande promessa del tennis, destinato un giorno a vincere tornei dello Slam, e anche Matteo ha la chance di riuscirci. Potrebbe essere questa volta, o forse no, di sicuro dopo averli visti giocare non ne sarei sorpreso. L’Italia ha tanti tennisti forti al momento, e tutti divertenti da guardare».
Sinner è già maturo per i grandi traguardi?
«E’ pronto per la seconda settimana negli Slam, lo ha dimostrato a Parigi contro Nadal. Vale i quarti, o le semifinali, e la superficie su cui si gioca in Australia è molto adatta al suo gioco. Può vincere già questa volta? Non lo so. Dovrebbe battere Nadal, Djokovic e Thiem, e sarebbero tre match durissimi uno dietro all’altro. Ma sono convinto che possa regalarci almeno una grande sorpresa».
Quali sono i ricordi che la legano di più all’Italia?
«Ho vinto a Roma, e a Palermo, un anno ho perso da Stefan (Edberg, ndr) a Milano, e ho giocato tante esibizioni da voi. Ma credo che la cosa più bella sia stato far parte della squadra di Coppa Davis svedese, a Cagliari e a Prato. Anche se magari non è andata benissimo…».
Torino è stata una buona scelta per ospitare le Atp Finals per i prossimi anni anni?
«Non penso che sia una buona scelta: penso che sia la migliore in assoluto. Non riesco a immaginarne un’altra. Con Sinner e Berrettini fra gli otto in campo, e magari anche un terzo italiano, l’atmosfera sarebbe pazzesca. È stato perfetto scegliere l’Italia in questo momento».