Le parole del tennista canadese, in semifinale a Dubai, sulle motivazioni dei colleghi sul Tour: “Non è motivante giocare 500 o Masters 1000, solo gli Slam hanno mantenuto il montepremi”
Le parole di Benoit Paire hanno inevitabilmente riacceso il dibattito su prize money ai tempi del coronavirus. Seppure in modo molto meno colorito e più pacato, Denis Shapovalov ha provato a riassumere il pensiero dei colleghi con lucidità. “Ogni giorno arrivano forfait nei tornei – spiega il canadese – e molti si ritireranno quando vedranno che il montepremi è basso. Non è motivante giocare nei 500 o Masters 1000, solo gli Slam hanno mantenuto i prize money. Quello che stiamo vivendo noi tennisti è complicato, ma è l’Atp a dover cambiare le cose. Molti sono costretti a giocare per i contratti e gli sponsor, se non ci fossero clausole del genere i top player giocherebbero ancor meno“.
Shapovalov, in semifinale a Dubai grazie alla vittoria su Chardy, ammette di “giocare perché mi piace. Quest’anno ho scelto Doha e Dubai, per me nuovi tornei, ed è stato stimolante – prosegue – cerco di non gareggiare molto perché voglio stare al di fuori di alcune bolle, penso di partecipare ai Masters 1000, agli Slam e ad altri tornei in cui ho dei contratti. Il mio obiettivo è sempre quello di migliorare e salire in classifica”.