Pur essendo già numero 31 al mondo, Jannik Sinner non ha mai giocato un Masters 1000 che non siano gli Internazionali d’Italia. Lo farà oggi sul cemento del Miami Open, sfidando il feticista della palla corta Hugo Gaston. L’ha già battuto di recente a Marsiglia, e può fare strada anche in Florida
Avversario insidioso, ma Sinner è pronto
Fatta eccezione per le due wild card (sfruttate come si deve) agli Internazionali d’Italia, sapete quanti sono i Masters 1000 disputati in carriera da Jannik Sinner? Uno nelle qualificazioni, lo scorso anno a Cincinnati, e zero nel tabellone principale. Tanto dovrebbe bastare per permettergli di approcciare il Miami Open con la massima serenità. Ma, anche se è pur sempre una prima volta, Sinner è Sinner: a 19 anni ha già fatto cose mai riuscite a nessun italiano, tutto il mondo del tennis parla di lui e ci ha abituato talmente bene che ogni sua uscita attira sempre almeno un pizzico di aspettative. Il fatto che il baby fenomeno di Sesto Pusteria debutti a Miami partendo dal secondo turno, e quindi con una testa di serie accanto al nome, sintetizza alla perfezione quanto ha saputo fare negli ultimi mesi, conquistando due titoli ATP uno dopo l’altro – seppur con l’offseason di mezzo – e passando in fretta da promessa a realtà. Ora, anche se lui e coach Piatti predicano (giustamente) calma e sangue freddo, è il momento di raccogliere altre conferme, e il primo Masters 1000 dell’anno è il prossimo banco di prova. Come lo è un duello affascinante col 21enne Hugo Gaston, il genietto francese che ha trasformato la palla corta in una sorta di religione, e al suo debutto in un Masters 1000 ha battuto per 6-1 6-4 il tedesco Dominik Koepfer.
Sinner non corre il rischio di arrivare impreparato: Gaston l’ha affrontato e battuto per 6-4 6-1 di recente a Marsiglia, quindi sa cosa può produrre la Wilson nera e verde del mancino di Tolosa, in gara grazie a una wild card griffata IMG, la società padrona dell’evento che cura anche i suoi interessi. Da madre natura Gaston ha ricevuto appena 173 centimetri e pochi muscoli, e allora per poter fare strada nel tennis ha dovuto battere altre strade. Gli è andata bene con la smorzata: al Roland Garros versione autunnale è stato il migliore dei francesi, stendendo Stan Wawrinka e ubriacando Dominic Thiem (due che al Bois de Boulogne qualcosina hanno fatto), mentre il tennista-youtuber Illya Marchenko gli ha dedicato addirittura un video dopo essersi beccato 34 smorzate in tre set sul veloce indoor, nel 2020 a Bergamo. L’ucraino ci vide un pizzico di mancanza di rispetto, paragonando le ripetute palle corte un servizio dal basso, ma è un’opinione discutibile, anche perché nella visione del tennis di Gaston la palla corta è un’arma come un’altra per far male all’avversario, mica per distrarlo. Di certo, Sinner non cadrà nel tranello di sentirsi preso in giro, e ha le armi, la testa e la pazienza per ripetere il successo di una quindicina di giorni fa.
La rivalità con Musetti può fargli bene
Sinner arriva a Miami in buone condizioni, dopo aver vinto una splendida partita a Dubai contro Roberto Bautista Agut, prima di finire nell’elenco delle tante vittime di Aslan Karatsev, il personaggio a sorpresa di questo particolare avvio di 2021. Sinner poteva batterlo e non ce l’ha fatta, ma anche delusioni e sconfitte fanno parte di quel processo di crescita che sin qui è andato alla grande. Il bello del tennis è che quasi ogni settimana offre un’opportunità nuova, ma bisogna essere disposti ad andarsela a cercare, anche quando significa farsi 12.000 chilometri abbondanti, da Dubai alla Florida col rischio di giocare una sola partita. Molti hanno preferito non partire per gli Stati Uniti, mentre Jannik l’ha fatto insieme a coach Andrea Volpini (che mercoledì sull’erba dell’Hard Rock Stadium gli ha dato una bella lezione di calcio e di… vita) e ora va a caccia di esperienze e punti. Dovesse battere Gaston, si troverebbe di fronte uno fra Karen Khachanov – già battuto a gennaio – e il tedesco Hanfmann, quindi presumibilmente Alexander Zverev, finalmente apparso di nuovo in buonissime condizioni col titolo ad Acapulco. Anche lui ha già toccato con mano le qualità di Sinner, che lo scorso anno gli ha scippato i quarti a Parigi, e il tedesco non sarà stato felice di leggerne il nome nel suo stesso ottavo di tabellone.
Dopo che la scorsa settimana l’attenzione del pubblico italiano è stata soprattutto per Lorenzo Musetti, che con la semifinale ad Acapulco si è guadagnato un posto fra i primi 100, a Miami può tornare su Sinner, che dell’arrivo ad alti livelli del connazionale potrebbe anche beneficiarne. È vero che è andato alla grande anche sin qui, quando la pressione era tutta sulle sue spalle, interpretandola come un privilegio – come fanno i grandi – e non come un peso, o una scusa da sfruttare. Ma di certo non avere sempre necessariamente tutte le attenzioni su di lui potrebbe prima o poi diventare un aiuto, specialmente quando arriveranno (perché arriveranno, ed è normale) dei periodi meno brillanti. “Musetti – ha detto Jannik – ha davvero un enorme talento. Con la palla sa già fare tutto, e in più è anche forte fisicamente. Credo sia un grande giocatore. Il futuro del tennis italiano è eccitante: abbiamo tantissimi giocatori che possono fare bene in qualsiasi torneo”. Difficile dargli torto, visto che di dimostrazioni ne arrivano a ripetizione. L’augurio del pubblico è che anche il Miami Open possa entrare nell’elenco.