Lorenzo spiega il battibecco avuto in campo durante il match contro il britannico, che lamentava una mancata chiamata su un doppio rimbalzo

“Nel primo set sono rimasto concentrato su tutti i punti, nel secondo ho preso un break stupido e mi è girato male qualche punto. Mi sono innervosito, il suo atteggiamento non è stato tanto corretto nei miei confronti e ci tengo a dirlo perché mi ha infastidito molto. Scintille? Ci sono state ma non sono iniziate da parte mia perché rispetto ogni giocatore che scende in campo. Anche se sono un ragazzino non mi sembra giusto essere trattato così. Magari si ritiene più esperto e di poterlo fare ma alla fine non me ne frega, ho vinto il mio match“. Lorenzo Musetti non nasconde un pizzico di amarezza per quanto successo in campo durante l’ottavo di finale del Sardegna Open contro Dan Evans, vinto al tie-break decisivo. Nel corso del terzo set, il britannico aveva protestato per un mancato secondo rimbalzo non chiamato da Lahyani prendendosela con il giovane azzurro. Il giudice di sedia ha subito riportato la calma, assumendosi le colpe della ‘non’ chiamata e rassicurando Evans della buonafede di Musetti (“Era molto vicino“).

Un incontro complicato per Musetti, però, non solo dal punto di vista nervoso. “Ho fatto molta fatica a rispondere perché copriva bene la rete, ma sono stato bravissimo a rimanere lì anche sotto per 6-3, annullare un match point col servizio e a chiudere in bellezza spaccando anche una racchetta da deficiente – racconta con un sorriso ai microfoni di Supertennis – La mia media al tie-break? Oggi potevo perderlo, ho iniziato male e avevo ancora il match point nella testa del game prima. E’ una roulette russa e può capitare di tutto, come oggi”. Dei tre match point consecutivi cancellati a Evans, è il terzo a restare impresso nella mente di Musetti: “Pensavo di aver sbagliato la smorzata sul 6-5 e invece è rimasta in campo: è uno dei colpi che sento meglio, l’ho anche chiusa così“, conclude Lorenzo.