Tutte le conseguenze della decisione di spostare avanti di una settimana il Roland Garros. C’è la possibilità che nella seconda settimana dello Slam si giochino dei tornei ATP e WTA sull’erba, mentre gli Internazionali d’Italia saranno uno dei pochi eventi a beneficiare della situazione. Ecco perché

Stavolta la decisione di Parigi è condivisa

È successo tutto in breve tempo, ma la rapidità della decisione che ha portato allo slittamento del Roland Garros di una settimana fa pensare che la discussione fosse avviata da tempo. Prima l’ipotesi balenata da parte del ministro dello sport francese Roxana Maracineanu, poi la spifferata dell’Equipe e quindi l’ufficialità da parte del Grand Slam Board, ribadita da ATP e WTA con una nota congiunta inviata nella mattinata di giovedì. Il torneo si giocherà dal 30 maggio al 13 giugno, e l’obiettivo della FFT, data la situazione legata alla pandemia che in Francia stenta a migliorare (tanto che è appena stato inaugurato un nuovo lockdown), è quello di aumentare le chance di accogliere più spettatori possibile, dopo la stangata del 2020. Inizialmente sembrava potessero aprire i cancelli a 11.500 persone al giorno, poi sono diventate 5.000 e quindi solo 1.000, che vuol dire spalti praticamente vuoti e una perdita negli incassi. Hanno comunque chiuso con un attivo superiore ai 20 milioni di euro, visto che la biglietteria influisce su meno di un quinto del fatturato totale, ma quest’anno non hanno intenzione di accontentarsi.

Nel suo ultimo discorso alla nazione, datato 31 marzo, il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha ipotizzato un ritorno degli eventi culturali e sportivi da metà maggio, e al Roland Garros hanno pensato di garantirsi qualche giorno in più di sicurezza. La buona notizia è che prima di prendere la decisione i vertici della FFT si sono confrontati con gli altri organi che governano il mondo della racchetta, a differenza di quanto avvenuto nel 2020. Allora spostarono il torneo in autunno senza consultare nessuno, causando parecchio malcontento, mentre stavolta l’opzione è stata discussa e ha ricevuto l’appoggio necessario, come confermato nella nota di ATP e WTA. “La decisione – si legge – è figlia delle nuove restrizioni in atto in Francia, e si spera che il maggior tempo a disposizione aumenti le possibilità di accogliere il pubblico all’evento. ATP e WTA stanno lavorando insieme a tutte le parti coinvolte dallo spostamento del torneo, in modo da ottimizzare il calendario per i giocatori, per i tornei e per gli appassionati”.

Erba nella seconda settimana? Si può

Visto che Wimbledon conserverà la sua collocazione originale dal 28 giugno, lo spostamento dello Slam parigino avrà un impatto importante sulla stagione sull’erba, andando a occupare la settimana inizialmente riservata ai tornei di Stoccarda (uomini), ‘s-Hertogenbosh (combined) e Nottingham (donne). E qui nascono i problemi. Gli organizzatori dell’evento tedesco hanno fatto sapere di essere rimasti sorpresi dalla decisione, il che lascia intendere che non erano stati avvisati, e di avere intenzione di conservare il torneo nelle date originali. La LTA, proprietaria a sua volta del torneo di Nottigham (così come degli altri ATP e WTA sul suolo britannico), ha invece fatto sapere che valuterà la situazione per studiare eventualmente una ricollocazione dei suoi tornei. Tuttavia, vista la quasi totale assenza di spazi liberi, sembra avere più senso l’ipotesi avanzata dall’evento di Stoccarda, che potrebbe comunque giocarsi nella seconda settimana dello Slam. Normalmente non succede, ma in una situazione straordinaria si potrebbe accettare.

A conti fatti, i giocatori esclusi dalla partecipazione sarebbero solamente i sedici che arrivano agli ottavi di finale al Roland Garros, visto che tutti gli altri sarebbero già eliminati nella prima settimana. E visto che nel maschile si tratta di due ATP 250, nei quali è normale che le prime quattro teste di serie esordiscano al giovedì (grazie al bye al primo turno: vedi Fognini a Marbella o Sonego a Cagliari), potrebbe addirittura esserci posto anche per qualche giocatore giunto – e battuto – agli ottavi.

Nel caso in cui gli eventi venissero cancellati, invece, la FFT potrebbe essere chiamata a intervenire per ripianare le perdite subite dai tornei in questione, e le settimane sui prati in preparazione ai Championships tornerebbero a essere due, come succedeva fino al 2014. All’epoca era normale vedere Nadal vincere il Roland Garros alla domenica e giocare al Queen’s oppure a Halle un paio di giorni più tardi. Ma passare così rapidamente ai prati dopo due settimane di battaglie sullo Chatrier non era certo la preparazione ideale, tanto che – fatta eccezione per l’incredibile 2018, quando vinse in serie Parigi, Queen’s e Wimbledon prendendosi il numero uno del mondo – il maiorchino ha spesso raccolto sconfitte deludenti. Le settimane tra Parigi e Londra sono diventate tre dal 2015, su pressione dei giocatori, quindi un ritorno al passato non sarà visto particolarmente di buon occhio, ma data l’eccezionalità della situazione il problema sembra relativo. La pandemia ha fatto danni molto peggiori, anche al calendario del circuito mondiale.

La settimana vuota e vantaggi di Roma

Oltre alle ripercussioni sulla settimana successiva, lo slittamento in avanti del Roland Garros avrà delle conseguenze anche su quella che in origine doveva essere la sua prima settimana, dal 24 al 30 maggio, e ora risulta completamente vuota. Le settimane immediatamente precedenti i tornei del Grande Slam sono notoriamente le meno nobili del calendario, ma lasciarne una vuota è impensabile (a proposito: l’ultima ipotesi parla di Indian Wells dopo la Laver Cup, che si giocherà a Boston dal 24 al 26 settembre), quindi ATP e WTA stanno sicuramente provando a correre ai ripari con delle licenze straordinarie. Un po’ come avvenuto per alcuni dei 250 (compresi i due in Sardegna: Forte Village e Cagliari) giocati dalla scorsa estate in avanti, anche se alla settimana in questione mancano meno di due mesi, pochissimi per mettere in piedi un evento con gli standard classici del circuito maggiore. Per questo, una valida alternativa potrebbe essere quella di spalmare ulteriormente i tornei precedenti, posticipandone uno o due. A qualcuno degli eventi in questione potrebbe fare addirittura comodo, anche se non c’è grande libertà di movimento.

Un’altra soluzione sensata potrebbe essere quella di spostare in avanti in blocco anche i tornei delle due settimane precedenti al Roland Garros: in quella subito prima ci sono gli ATP di Ginevra e Lione, e i WTA di Colonia, Strasburgo e Belgrado; in quella prima ancora gli Internazionali d’Italia. Così facendo, si potrebbe “spostare” la settimana libera in mezzo fra Madrid e Roma, lasciandola vuota oppure sfruttandola per estendere di qualche giorno uno dei due eventi (o entrambi), magari come test in vista di un cambiamento di cui si parla – invano – da anni. La soluzione farebbe certamente piacere sia a Ion Tiriac sia alla Fit, e inoltre darebbe anche agli Internazionali qualche giorno di margine in più in ottica pubblico sugli spalti. Ma anche se non fosse così, il combined romano ci guadagnerà comunque, grazie alla distanza ritrovata di due settimane con Parigi. Nelle scorse edizioni del torneo del Foro Italico è capitato di assistere a qualche ritiro precauzionale in vista del Roland Garros, ma stavolta che i giocatori avranno sette giorni in più per recuperare e riparare a qualche eventuale noia il problema dovrebbe scomparire.