La sconfitta contro Popyrin dispiace ma non compromette la stagione sulla terra di Jannik, che su un campo mal pensato come orientamento ha sofferto oltre ai colpi dell’australiano anche l’invasione dei pollini. Gli obiettivi che contano restano Roma e Parigi
Nella progettazione dell’ «Arantxa Sanchez», qualcosa dev’essere andato storto nelle fasi di calcolo e nel famoso indoor court della Caja Magica di Madrid, sole e ombra si contendono la scena come non si addice a un rettangolo tennistico e che dovrebbe godere, invece, di luce uniforme. Stando così le cose, alle doti tecniche e fisiche, i giocatori sono chiamati a privilegiare quelle ottiche di cui dovrebbero comunque essere ben forniti. Così non fosse, si troverebbero nella scomoda situazione di vedersi sbucare a tradimento un oggetto gommoso partito da qualche parte del campo per finire chissà dove.
Stando alla prova offerta da Jannik Sinner e Alexey Popyrin, tuttavia, la strisciata positiva di punti che dal set point avverso sul 5/4 ha portato l’australiano alla vittoria del tie break, tutto poteva sembrare meno che il frutto di un tennis luci e ombre. Una serie di punti che il canguro di Sidney ha giocato mostrando capacità visive da fare invidia a una lince.
Sulla scia di un’ombreggiatura uniforme, finalmente calata più per questioni di orario che non di architettura, Popyrin ha fatto suo anche la seconda frazione sfoderando un acchito di prim’ordine e un’ottima sensibilità dei due fondamentali coronata da cambi di ritmo assolutamente apprezzabili, smorzata compresa. Insomma un bel tennis a cui la classifica non fa onore con quella ottantesima posizione che a occhio e croce risulta essere piuttosto stretta. Poco male, prima o poi qualità del gioco e ranking finiranno per allinearsi anche se neanche un indovino saprebbe dire a quale altezza della Emirates.
Una sconfitta che nulla toglie al nostro portabandiera, per la prima volta preda anche di qualche espressione di stizza. Sinner guarda a Roma e non ha torto!Il lungo cammino sul rosso iniziato a Montecarlo destinazione Parigi, impone il sacrificio di almeno una tappa per arrivare con la giusta tensione al Roland Garros e l’uscita prematura da Madrid non potrà che fare bene al ragazzo di San Candido.
Quanto a Popyrin, siamo tutti curiosi di conoscere cosa farà domani contro Nadal che di sabbie color mattone se ne intende assai. Come finirà, finirà, ma se non altro si giocherà sul centralone intitolato a Manolo Santana che gode di luce piena e non di quella a macchie di leopardo del centrale accanto.