Una giornata difficile da dimenticare quella cha ha avuto luogo ieri al Foro Italico. Prima Shapovalov-Nadal poi Sonego-Thiem protagonisti di sette ore di puro spettacolo

E’ così in tutti i tornei! Ci sono match che non lasciano traccia e nessuno si accorge di loro se non per merito di un quotidiano che ne fa menzione l’indomani a margine delle notizie sportive. Poi arriva un bel giorno in cui tra soggetti impuniti quanto basta, si accende un’adorabile bagarre giacché tutti decidono di arrivare primi. E siccome il traguardo ne riconosce solo uno, nella strettoia a imbuto che porta al rush decisivo accade di tutto: nella boxe se le danno di santa ragione, nel ciclismo vola qualche gomitata, nel calcio arrivano occhiatacce con entrate fallose al seguito.

Nel tennis manca il contatto fisico da tradursi in rissa ma il resto c’è tutto: difesa, attacco, gioia, dissenso, esaltazione frustrazione. Un mix di sensazioni misto a tattica che l’adrenalina traduce in punti da portare a casa trasformando il confronto in qualcosa di indimenticabile.

Se il fenomeno ormonale avesse bisogno di ulteriori lumi, basterebbe riassumere quanto accaduto agli Internazionali d’Italia in un giorno che un vecchio film avrebbe definito da leoni. Poco importa che fosse un giovedì invece che il mercoledì della famosa storia e che a far da sfondo ci fossero campi color mattone del Foro Italico in luogo del mare impetuoso di Malibù. C’era mare agitato ieri tra le righe del torneo romano e complici ghiandole surrenali in buona salute, Nadal e Shapovalov prima, Thiem Sonego dopo, hanno preso a cavalcare onde arrabbiate surfando da Dio.

Dopo un set e mezzo in preda alla gioventù di un canadese altrettanto mancino, Nadal non ha osato tremare spingendosi verso arrampicate turbolente e marginali ricadute fino a lanciarsi oltre i due match point avversi nella frazione finale. In equilibrio sull’onda, lo spagnolo avrebbe raccontato di un tie break finale strappato per i capelli per via di un coraggio degno di un leone. Per il giovin tennista di Montreal invece, di tutto lo sconquasso rimarrà un’esperienza da mettere in cascina e per una volta ancora dovrà attendere un bel maroso che lo trascini nella top ten.

Qualche ora di calma apparente e nel tardo pomeriggio un altro match mandava in visibilio il pubblico romano sparso qua e là tra le gradinate dell’arena. Scivolando su onde non troppo agitate, Lorenzo Sonego carpiva il primo set mettendo i paletti a un Thiem entrato in campo per fare man bassa. All’imbrunire il mare è montato e l’italiano cedeva all’austriaco l’onore di qualche surfata in più. A sera inoltrata, quindi, il torinese prendeva a surfare diagonale e lungolinea ricorrendo a coraggiose chiusure alternate a smorzate tagliagambe. Nel frattempo saliva la marea e tutto cresceva d’intensità senza la benedizione del pubblico scemato via nel frattempo causa lookdown. Pochi eletti avrebbero assistito al match point contro annullato da Lorenzo cavalcando l’onda verso rete. Il resto è storia nota e rimarrà negli annali del torneo. Tra qualche anno si rivedranno gli high light di quel terzo set portato a riva da un eroico italiano con adrenalina in circolo e coraggio da vendere.

Non me ne vogliano gli altri, ma il giovedì da leoni consumato al Foro del 2021, finora passa nelle sette ore abbondanti di quattro campioni che domando onde arrabbiate hanno onorato al meglio il pubblico in presenza e quello comodamente seduto dinanzi a immagini fascinose arrivate da un mare in burrasca.