Sara Sorribes Tormo ha parlato con “IL Tennis Italiano” e ha raccontato il processo che l’ha portata ad ottenere gli ottimi risultati del 2021
Guadalajara e Miami la punta dell’iceberg
“Le cose non sono cambiate a Guadalajara, quel risultato è frutto di cambiamenti fatti un anno fa. Ho trovato gradualmente il modo per poter esprimere il mio miglior tennis”. Il primo titolo WTA è solo la punta dell’iceberg, Sara Sorribes Tormo ha piantato le radici tempo addietro e nel 2021 sta raccogliendo i frutti. Intervistata da IL Tennis Italiano, la valenciana ha parlato della sua stagione e del suo tennis solido che ha dato più di qualche grattacapo alle sue rivali: “Capisco la gente non entusiasta del mio gioco. A qualcuno piace, a tanti altri piacciono le picchiatrici; però questo alla fine è quello che ho ed è ciò che posso fare per vincere i miei match. Per me ogni scambio è una lotta, questo è il mio tennis, anche se gradualmente sto provando a prendere un po’ di più la via della rete, come per esempio ho fatto in condizioni d’altura a Guadalajara”.
Proprio la settimana messicana si è finora rivelata la più bella della carriera per Sara, che a 24 anni ha conquistato il primo titolo nel circuito maggiore ed è entrata in top 50, toccando il best ranking di numero 46. “Vincere un torneo WTA a 24 anni è già diverso rispetto a vincerlo a 18 e per me ha avuto un sapore fantastico. Dopo un mese ancora ero in una bolla tutta mia, poi quella settimana era presente anche mia mamma e ho passato tanto tempo con lei – i ricordi di una settimana dove Sorribes si è gradualmente attestata fino al successo nella finale contro Eugenie Bouchard -. In altura Bouchard giocava solo bombe, picchiava senza sosta. Io mi provo sempre ad adattare, è un componente fondamentale di questo sport. A Guadalajara ho provato spesso ad andare a rete per mettere pressione all’avversaria, anche perché nella lotta da fondo per loro diventava più facile giocare vincenti”.
Reduce dai secondi turni di Roma e Parma, Sorribes Tormo aveva concluso la tournée nordamericana con il raggiungimento dei quarti di finale al Miami Open. Un risultato sorprendente, ma non troppo viste le condizioni di gioco particolarmente lente, che hanno inevitabilmente caratterizzato il torneo. “A Miami i campi erano lenti e sicuramente di norma io sul veloce faccio più fatica. Sostanzialmente il mio tennis resterà sempre lo stesso però a seconda della superficie devo prendere accorgimenti e devo migliorarmi – non nasconde l’iberica, intervistata pochi giorni dopo la sconfitta con Sara Errani -. Sara è una grande giocatrice, abbiamo giocato contro cinque volte e mi ha sempre battuta. Per noi credo sia dura affrontarci a vicenda e per me è difficile giocare contro giocatrici simili a lei. Questo perché fa un gioco simile al mio, quindi sono chiamata a prendere in mano lo scambio. Contro le ragazze che picchiano sono invece abituata a stare in difesa”.
Da collega a coach: il rapporto con Sílvia Soler Espinosa
Dopo tanti inverni passati a Barcellona, Sorribes Tormo a cavallo tra 2020 e 2021 è tornata a svolgere la preparazione invernale nella sua Valencia. L’aria di casa ed il lavoro al fianco del team capitanato da Sílvia Soler Espinosa hanno fatto la differenza per l’atleta classe 1996, entusiasta di quanto fatto: “Dopo tanti anni in Catalogna sono tornata a Valencia per l’off-season. Mi sto allenando con Sílvia Soler Espinosa, eravamo amiche quando lei giocava e si è rivelata fantastica anche come coach. Prova a capirmi, passa tanto tempo con me e mi spinge ogni giorno a fare il massimo – le splendide parole spese da Sara per la propria allenatrice, affiancata da uno staff altrettanto valido -. Sono seguita da anche da Paco Fogues, in passato coach di David Ferrer. Lui non viaggia con me e mi segue principalmente quando sono in Spagna, ma è un membro importante del team e mi conosce da quando ho 14 anni. Stesso identico discorso per il preparatore atletico con cui lavoro da una vita. Queste Persone mi danno molta sicurezza e con loro posso essere me stessa”.
Cresciuta tennisticamente in un’accademia di Valencia, a 70km da Castellón de la Plana dove è nata: Sara è diventata presto indipendente e ha iniziato ad allenarsi fuori casa nonostante la madre fosse un’insegnante di tennis: “I miei genitori sono calmi e non si sono mai voluti intromettere nel mio tennis. Sono rimasti mamma e papà e come tali mi hanno supportata, dandomi fiducia e mettendo la mia formazione tennistica in mano a dei professionisti”. Seguita da più tecnici nei suoi trascorsi valenciani, Sorribes ha parlato anche di come vive l’allenamento durante il torneo: “Naturalmente certe migliorie è più facile apportarle quando sei fuori dalle competizioni, però alla fine è giusto provarci anche durante l’anno. Durante la manifestazioni per me non è un problema allenarmi con le altre giocatrici, a livello femminile tante preferiscono avere lo sparring è vero, io però sono amica di tante colleghe e mi diverto a giocare con loro”. Proprio parlando di amicizie e di gruppo, Sara si è aggregata in termini di risultati alle compagne di nazionale Garbine Muguruza e Paula Badosa Gibert: “Abbiamo un ottimo team, spero che Carla possa essere con noi per la Billie Jean King Cup. La Spagna ha prodotto buone giocatrici e siamo tutte delle ottime lavoratrici”.
Poter far bene in nazionale è sicuramente un obiettivo per la 24enne che si congeda svelando i propri sogni: “Spero di poter fare grandi risultati nei tornei del grande slam che sono sicuramente quelli che per una tennista hanno più valore. Mi piacerebbe anche poter vincere a Madrid, perché è l’unico torneo che giochiamo in Spagna ed il pubblico ci dà una grande spinta. A livello di classifica però non mi sbilancio, alla fine io come le altre, provo a migliorare ogni giorno e i risultati poi arrivano. Ad inizio anno quando ero in Australia ero preoccupata e continuavo a dirmi di dover migliorare, poi a Guadalajara all’improvviso è arrivato il titolo”.