Si dice spesso che nel tennis moderno le superfici siano tra loro uniformate, e che tutti sappiano giocare ovunque. Ma quanto è vero questo? Scopriamolo grazie a un’analisi del rendimento nel 2023 dei top-20 distinta per ogni superficie
Si gioca tanto, si gioca su superfici e condizioni sempre diverse. Il tennis moderno senza dubbio – rispetto a quello di un tempo – presenta superfici più uniformi in termini di velocità del campo, e per essere tra i top occorre saper rendere al meglio in ogni circostanza. Qui si vuole prendere in considerazione il rendimento degli attuali top-20 del ranking ATP nel 2023, diviso per rendimento su ogni superficie: cemento indoor/outdoor, terra e infine erba. Saranno presi in considerazione tre statistiche nello specifico: percentuale di vittorie, bilancio tra vittorie e sconfitte e infine numero totali di incontri giocati sulla superficie. Contribuirà all’analisi anche il numero di finali e titoli vinti nella singola superficie, a quantificare l’effettivo rendimento.
Una piccola premessa doverosa, di cui tenere inevitabilmente conto, riguarda la disparità in termini di tornei disputati tra le diverse superfici: dei 79 tornei disputati nel 2023, ben 41 sono sul cemento, 21 su terra e solamente 8 tornei su erba.
Partendo dalla premessa relativa alla suddivisione dei tornei per superfici, non sorprenderà che i primi quattro in cima al ranking ATP sono gli stessi a primeggiare sul duro-veloce. L’unica differenza è la posizione di questi, che vede Jannik Sinner al secondo posto di questa speciale classifica, dietro solo a Novak Djokovic. Il tennista serbo ha infatti una migliore percentuale di vittorie, pari al 94,9% con sole due sconfitte a Dubai e nel Round Robin delle ATP Finals. Si deve considerare che Djokovic ha disputato solamente 39 match su questa superficie, con solo quattro giocatori nel circuito con meno partite disputate. Per quanto riguarda Sinner, la percentuale di successi è pari all’83,3% a fronte di 54 match disputati, con un bilancio di 45-9. Chiude il podio Daniil Medvedev, che a dispetto della sua nomea di “specialista del cemento” presenta una percentuale di vittorie pari a 80,3%, a dispetto però di un maggior numero di partite disputate (61) e vinte (49).
La situazione in termini di risultati invece cambia se si guarda alle finali disputate e vinte. In questo caso a primeggiare è proprio il tennista russo, con ben 8 finali disputate sul cemento nel 2023: di queste 4 sono divenuti trofei – spicca il 1000 di Miami – mentre tra le finali perse va sicuramente ricordata la sconfitta a Flushing Meadows contro Djokovic. Subito dietro troviamo ancora Jannik Sinner, sempre con 4 titoli vinti a fronte di una finale in meno disputata. Se si pensa inoltre che delle tre finali perse, due sono per mano dello stesso Medvedev, il percorso del tennista di San Candido diventa ancora più impressionante. Infine Djokovic, dall’alto dei suoi 36 anni, presenta la miglior percentuale in termini di vittorie: sei sono i titoli ottenuti sul cemento, tanti quante le finali disputate.
Considerando il resto dei giocatori presenti tra i primi venti del ranking mondiale, la maggior disparità in termini di rendimenti viene fatta registrare da Sebastian Korda e Arthur Fils. L’americano è infatti al numero 24 del ranking è addirittura 7° in questa speciale classifica, mentre il francese guadagnerebbe ben sedici posizioni rispetto alla sua trentaseiesima piazza. Entrambi però hanno disputato un minor numero di partite, appena 33 per Korda e 28 per Fils.
Cambio della guarda in vetta per quel che concerne il rendimento su terra, dove a primeggiare nel 2023 è stato senza dubbio Carlos Alcaraz. Lo spagnolo di Murcia ha infatti chiuso l’anno con un’incredibile percentuale di vittorie pari all’89,3%, determinata da 25 vittorie ottenute su 28 match disputati. Alcaraz è primo anche se si considera il numero di titoli vinti e le finali disputate, essendo giunto all’atto finale sul rosso in ben quattro occasioni e trionfando a Rio e a Barcellona. Subito dietro troviamo invece Holger Rune, ben lontano in termini di punti percentuali con il suo 80% di vittorie – al pari di Djokovic – ma con un maggior numero di partite vinte (16 su 20). Soltanto terza posizione invece per il campione serbo, che salva il suo rendimento sul rosso grazie al successo al Roland Garros: esclusa la corsa sui campi dello Chatrier, Djokovic ha vinto solamente cinque partite sul rosso e rimediando due sconfitte pesanti con Lajovic a Banja Luka e con Musetti a Montecarlo.
Rispetto al cemento è da segnalare il diverso rendimento di Daniil Medvedev e Jannik Sinner. Il russo si piazza settimo con una percentuale di vittorie pari al 76,9%, un dato favorito senza dubbio dalla vittoria agli Internazionali ma che ha risentito dell’uscita al primo turno a Parigi per mano di Seyboth Wild. Soltanto decimo invece l’altoatesino, che proprio nella parentesi sul rosso ha vissuto la fase più critica della sua stagione. Sono soltanto 11 i match disputati a fronte di 8 vittorie e sconfitte, che gli valgono il 72,7% di successi.
I risultati più clamorosi però si ottengono andando leggermente più giù rispetto al podio, con un inaspettato Aslan Karatsev in quinta posizione. Il russo vanta infatti il 77,7% di vittorie a fronte di 14 vittorie su 18 match disputati. Il rendimento particolarmente positivo si spiega guardando al cammino che ha fatto registrare nel Master 1000 di Madrid dove, partendo dalle qualificazioni, si è spinto fino in semifinale dove è stato sconfitto da Struff. Chi invece godrebbe maggiormente, in termini di differenza di ranking, nel veder considerati i soli risultati su terra è il nostro Matteo Arnaldi. Il tennista ligure guadagnerebbe ben 31 posizioni rispetto al suo attuale ranking che lo vede al numero 44, meglio anche di Nicolas Jarry e Alexei Popyrin.
Infine il rendimento su erba, che come anticipato all’inizio vede la disputa solamente di 8 tornei ATP, per cui le dimensioni in termini di statistiche cambiano. Così come sul rosso, anche qui troviamo al primo posto Carlos Alcaraz addirittura con il 100% di vittorie, reduce dai successi del Queen’s e soprattutto di Wimbledon. Dodici partite disputate sembrerebbero poche, ma se si considerano gli appena 8 tornei ATP presenti sul verde le proporzioni cambiano e cresce il valore dei successi dello spagnolo. In seconda piazza troviamo ancora Novak Djokovic – sul podio in tutte e tre le classifiche – con una sola sconfitta all’attivo su sette e l’85,7% di vittorie. A sorprendere è però il gradino più basso del podio, dove con una differenza di +29 rispetto al suo ranking troviamo Alexander Bublik. Il tennista kazako ha ottenuto il titolo nell’ATP 500 di Halle e ha chiuso la parentesi sul verde con una percentuale dell’81,8% di vittorie, con 9 vittorie e solamente 2 sconfitte.
Per quanto riguarda gli italiani, il primo in classifica su erba è Matteo Arnaldi con il 75% di successi, a fronte però di soli quattro match disputati e tutti in un singolo torneo. Segue Jannik Sinner che grazie alla sua corsa ai Championship fino in semifinale vanta il 72,7% di vittorie, chiude invece Lorenzo Musetti con il 66,7% al pari di Hurkacz e De Minaur.
Menzione d’onore infine per Chris Eubanks, che proprio sul verde ha vissuto il miglior momento della stagione. Ha giocato ben 16 partite – più di tutti gli altri e a pari merito con Mannarino – giocando due finali e ottenendo il primo titolo ATP sui prati di Newport contro Michelsen. Chiude con il 75% di vittorie e solamente quattro sconfitte, non male per chi si trova a numero 22 delle classifiche mondiali.