Le parole dello svizzero in conferenza stampa, dopo essere stato estromesso dal torneo di Halle

Roger Federer è stato eliminato, negli ottavi di finale dell’ATP 500 di Halle, per mano di Felix Auger-Aliassime. Era la prima volta che l’elvetico affrontava un giocatore nato nel nuovo millennio e, purtroppo per lui, la differenza di età si è fatta sentire, dal momento che il canadese è venuto fuori alla distanza. L’ex numero 1 al mondo, tuttavia, attribuisce il calo soprattutto ad una mentalità non corretta ed è questo ciò che lo lascia deluso.

“Mi sono preso un po’ di tempo prima di venire in conferenza stampa – spiega il finalista in carica di Wimbledon – perché non volevo dare affermazioni errate o dettate dal momento e dall’emozione. Oggi ho giocato un ottimo primo set, ma in generale ci sono stati tanti alti e bassi: la qualità sta tornando, però il mio livello è ancora un po’ troppo altalenante. Oggi, come detto, il primo set è stato molto buono, il secondo sufficiente, il terzo negativo soprattutto perché Felix stava servendo benissimo e io mi ritrovavo sempre con la pallina in mano a dover battere. Durante il finale, il mio linguaggio del corpo non è stato positivo, ma non ci sono problemi di carattere fisico, solo quei problemini legati alla difficoltà del ritorno alle competizioni. Inoltre, c’era il disappunto per come stavano andando le cose: ho iniziato a pensare che non era la mia giornata, che non avrei potuto far niente per ribaltare la situazione e questo, solitamente, non mi capita. Lui è un gran giocatore, quindi una cosa molto positiva di oggi è che ho affrontato un test davvero duro. Inoltre, si è reso protagonista di un’ottima prestazione, soprattutto a livello mentale. È rimasto sempre lì, non si è scoraggiato quando la partita era più nelle mie mani e io, di conseguenza, devo guardare avanti e cercare di fare sempre meglio”.

Roger, inoltre, ha rilasciato alcune dichiarazione su quanto accaduto nel 2020, spiegando le principali ragioni per cui ha deciso di rimanere ai box per tanto tempo: “L’anno scorso, durante lo stop, la principale sensazione provata è stata di shock – afferma, a tal proposito, Federer – perché gli avvenimenti si sono susseguiti con una rapidità mostruosa: dopo Dubai iniziarono ad esserci i primi casi, ci stavamo preparando per Indian Wells e Miami e poco prima ci hanno comunicato che i tornei venivano cancellati. Dopo un paio di settimane, è arrivata anche la notizia dell’annullamento di Wimbledon, quindi direi che la parola principale che mi viene in mente è shock. Ovviamente ci sono state le giuste ragioni per prendere queste decisioni, anzi mi sorprende che siano stati organizzati così tanti tornei poi, senza pubblico. Certamente è stato molto utile per dare la possibilità ai tennisti di tornare in campo, ma per me non aveva senso forzare il mio fisico per giocare in stadi vuoti. Ora sono tornato e questa per me è una grande sfida, voglio vedere fin dove riesco a spingermi giorno dopo giorno. Tutti i match mi stanno dando informazioni utili per capire se posso ancora dire la mia“.

Al disappunto del numero 8 del mondo, fa da contraltare la soddisfazione di Auger-Aliassime per l’ottimo match giocato: “Ho raggiunto nuovamente i quarti di finale – dichiara il classe 2000 – se riuscirò a vincere una finale finalmente sarò contento, però ho fatto un altro step importante nel torneo, quindi vedremo cosa succederà. Se devo essere sincero, oggi ha funzionato tutto nel mio gioco: nel primo set lui ha giocato ad un livello stratosferico, sembrava che fosse ancora il numero 1 del mondo. Io praticamente ho sbagliato solo un dritto e poi ho subito due passanti meravigliosi che mi hanno condannato al break. Per il resto ho servito bene, i miei fondamentali avevano la giusta pesantezza. Sono contento soprattutto della mia prestazione dal punto di vista mentale. Sapevo cosa avrei dovuto fare per avere qualche possibilità e devo dire che ho fatto tutto nella maniera corretta: ho compreso bene i momenti del match e, anche quando ero avanti di due break nel terzo set, non mi sono contratto e non ho cercato di chiudere per forza subito la partita, perché, quando giochi contro questi grandi campioni, non sai mai quanto tempo ci vorrà prima di portare, eventualmente, a casa l’incontro. Io e Roger, nel 2019, avevamo giocato 6 game in allenamento, ma ciò non mi è stato di grande aiuto per studiare la mia tattica di oggi: in quel brevissimo arco di tempo, le uniche cose che ho potuto constatare sono state la sua classe, la precisione del servizio e la grande varietà dei suoi colpi. Già a guardarlo in televisione, ti rendi conto dell’enorme quantità di pressione che ti mette: quando lo affronti, infatti, le cose cambiano molto rapidamente ed è ancora più complesso rispetto a quanto sembri a chi guarda la partita dall’esterno”.

Infine, un commento su quanto si trovi bene su questa superficie: Sull’erba – rivela il canadese – mi sento particolarmente a mio agio: avevo giocato bene anche due anni fa e, fortunatamente, in questa stagione sto ripetendo quei buoni risultati. Ho fiducia nelle mie capacità e penso di poter vincere ancora più partite su questi campi”.