Danilo Pizzorno, guru azzurro della videoanalisi, ha analizzato le potenzialità della russa soffermandosi sul torneo appena vinto dalla sua allieva a Berlino. Samsonova, di nazionalità russa ma di formazione italiana, sarà in campo a Wimbledon grazie a una wild card
“Poteva uscire subito, ha vinto il torneo”
Dalle qualificazioni al titolo, Liudmila Samsonova ha fatto saltare il banco al WTA 500 di Berlino. La tennista russa, cresciuta in Italia, dove vive da quando aveva un anno, si è esaltata nella seconda settimana erbivora del 2021. Partendo dai match contro Noha Akugue e Konjuh, utili per approdare in main draw, l’atleta classe 1998 ha chiuso con le vittorie su Azarenka e Bencic che sono valse il primo titolo della carriera nel circuito maggiore. Allenata da Daniele Silvestre, Samsonova da questa stagione può contare su un ampio team e tra coloro che la seguono giornalmente c’è Danilo Pizzorno, guru azzurro della videoanalisi che ha parlato della sua allieva. “Contro Konjuh nel turno decisivo di qualificazione si è decisa in pochi punti nel tie-break del terzo set. Succede spesso, si rischia di perdere subito e poi invece da una vittoria sofferta nasce un’occasione d’oro e si riesce a vincere il torneo come ha fatto Liudmila crescendo di partita in partita – esordisce Danilo -. Era successo lo stesso a Miami dove stava per perdere con Nicolescu e poi invece era riuscita a battere Giorgi e Bertens nei turni successivi”.
Le storie di Danilo e Liudmila vanno quasi di pari passo, infatti il primo incontro tra i due è avvenuto quando la russa aveva sette anni: “Io al tempo mi allenavo al Tennis Monviso e lei si stava avvicinando al tennis con il papà, ex giocatore di tennis tavolo. Poi lei andò da Piatti per un periodo, ma continuai a seguirla perché avevo un contratto per lavorare su alcune situazioni di Riccardo”. In questa stagione inizia poi la nuova avventura, Samsonova vuole fare un salto di qualità e per riuscirci decide di partire dalla struttura del proprio team: “Liudmila era intenzionata a fare le cose con più professionalità e ha voluto un team personale. Daniele Silvestre la segue da coach, lui può viaggiare con lei e facciamo base da lui al TC Nascosa di Latina. Poi c’è Umberto Ferrara, preparatore atletico, figura fondamentale per Samsonova. Inoltre c’è anche il compagno Alessandro Dumitrache, che l’aveva seguita nella trasferta australiana. Il team è abbastanza ampio e sono contento di ciò che abbiamo creato”.
Con la vittoria tedesca cambiano le prospettive del 2021, Samsonova ha infatti compiuto un balzo di quarantatre posizioni che vale la 63° piazza del ranking WTA: “Inutile nasconderlo, questa situazione di classifica apre nuovi scenari e ci consente di lavorare più sereni. Ad inizio stagione Luda ha investito tanto sul team ed avere finalmente la certezza di giocare gli slam in main draw è un traguardo che la ripaga degli sforzi fatti”. Scendere in campo con meno pressioni sarà utile anche per trovare più continuità di risultati, aspetto fondamentale nella visione di Pizzorno: “Per lei è fondamentale dare continuità alla stagione. Sicuramente non sarà mai una Halep, ma sarà un’atleta con picchi altissimi e settimane difficili. Però dobbiamo provare a gestire meglio la parte emotiva e l’atteggiamento, perché questo poi fa la differenza e ti dà continuità di risultati”.
Dopo Azarenka, sguardo a Federer
Pizzorno racconta a “IL Tennis Italiano” Samsonova come giocatrice e sentendo le sue parole non è poi una sorpresa che la russa abbia sbaragliato la concorrenza a Berlino: “Lei può giocare come un uomo. Lei tira la prima a 190 km/h, le altre a 170 km/h, ma non solo perché contro Azarenka per esempio ha giocato un dritto a 145 km/h. La sola potenza però non basta e questo è un aspetto sul quale abbiamo insistito. Lei già nel 2019 era una di quelle che tirava più forte la battuta, ma le mancava la precisione – evidenzia Danilo -. Lei voleva sempre picchiare, ma non si può sempre tirare la prima a manetta. In passato ho video analizzato a aiutato Ljubicic, Raonic e Djokovic, quindi conosco il colpo e so come può essere usato. Liudmila ha quindi grandi margini e con la velocità che genera, avere delle varianti cambia tutto. Quando l’ho ritrovata per esempio usava poco lo slice, invece questa settimana anche questo ha fatto la differenza perché è più imprevedibile”. Il servizio naturalmente per Liudmila non è solo arma per il punto diretto, per questo le variazioni descritte da Pizzorno assumono un’importanza fondamentale. “La percentuale di prime giocate si è alzata, così come quella di punti vinti con la terza palla. Per lei è importante mettersi subito a comandare, perché se in uscita dal servizio non gioca bene, poi va in stress e lo scambio diventa una corsa alla difesa”.
“In semifinale arriva la vittoria contro Azarenka e faccio i complimenti a Liudmila. Poi però le dico: “C’è un problema, perché da quando sei piccola abbiamo sempre paragonato il tuo servizio a quello di Azarenka, ora non possiamo più usarla come paragone” – Danilo racconta un aneddoto post semifinale -. Lei mi ha dunque chiesto cosa potessimo fare e le ho detto che era il momento di passare agli uomini. Adesso il riferimento deve essere Federer, sicuramente non uno qualunque, però il suo servizio è devastante perché preciso e dotato di varianti straordinarie, esattamente ciò che serve al tennis di Luda”. L’impronta del tennis maschile si può vedere anche quando Samsonova gioca a fondo e Pizzorno conclude avvalorando questa tesi: “Il 70% dei suoi colpi vanno sulla diagonale, noi l’abbiamo portata a stare tanto lì come fanno gli uomini. Per riuscirci le abbiamo cambiato l’approccio sul rovescio perché prima arrivava chiusa e lavorava poco con il piede sinistro. Ora invece può liberare la parte sinistra e questo ha benefici anche in risposta perché può tagliare il campo. Tra servizio e gioco da fondo, naturalmente non è una sorpresa che sulla terra possa fare un po’ più fatica, ma sul veloce può diventare letale per tutte”.