Le parole del coach del campione maiorchino, che si è allenato in questi giorni in Kuwait per preparare la trasferta australiana
C’è tanta attesa per il ritorno in campo di Rafael Nadal. Dopo praticamente un anno di stop, in seguito all’infortunio subito agli Australian Open 2022, il tennista spagnolo si prepara e giocare il suo primo match dopo quasi 12 mesi nel torneo di Brisbane. Come annunciato dallo stesso Rafa, il 2024 sarà l’ultimo anno nel circuito del 22 volte campione Slam che è intenzionato a chiudere nel migliore dei modi una carriera incredibile.
Per essere pronto alla trasferta australiana, lo spagnolo sta intensificando la preparazione e negli ultimi giorni si è allenato in Kuwait in compagnia di Arthur Fils. Delle sensazioni e del rientro in campo del campione maiorchino ha parlato ai microfoni dell’ATP il suo allenatore, Carlos Moya.
“Ha subito un’operazione più complicata di quanto inizialmente previsto. Una volta che si è trovato sotto i ferri e hanno visto la situazione hanno capito che era un intervento più delicato di quanto si pensasse inizialmente – ha spiegato Moya -. I tempi di recupero sono stati molto lunghi. È anche vero che se non si fosse sottoposto all’intervento chirurgico sarebbe stato ancora più difficile recuperare. È sempre stato chiaro che voleva tornare e voleva che il suo addio fosse sul campo”.
Il coach spagnolo ha sottolineato: “A fine agosto, abbiamo iniziato ad allenarci. Niente di impegnativo. Due giorni alla settimana, venti minuti circa. Una progressione molto lenta. Gli inizi furono duri, ci sono momenti difficili perché le cose non miglioravano, ma siamo stati sempre tranquilli grazie al costante contatto medico per garantire che l’evoluzione fosse del tutto normale. A poco a poco abbiamo aumentato il carico e aumentato l’intensità, sempre con scadenze ben stabilite che rispettavamo. A volte abbiamo dovuto fare un passo indietro, riposarci un po’, rallentare, ma fa parte del processo per un infortunio di questa gravità e a questo punto della carriera in cui non ha più 20 anni. I problemi ora sono stati risolti ed è praticamente pronto per andare in Australia“
Un processo difficile: “Entrare in sala operatoria è l’ultima speranza a cui aggrapparsi, e lo dico per esperienza, per provare a tornare e chiudere la carriera in campo. Conosci quei rischi. Quando vedi che la progressione è molto lenta… non sai se è più lenta del previsto o no perché è la prima volta che ti trovi in una situazione come questa. Non è stato tutto rose e fiori, tutt’altro. È stata una strada piuttosto tortuosa, con molte curve“.
“Rafa è qui per dare tutto. Sa che in questo momento non è ancora al suo livello migliore, ma che piano piano lo acquisirà – ha concluso –. In questi giorni in Kuwait ci siamo allenati con Fils, e la verità è che è stato molto bello, molto meglio di quanto si potesse aspettare. Rafa è arrivato lì pensando che non sarebbe stato competitivo, che non sarebbe stato all’altezza, e se ne va convinto che forse lo sarà“.