Andiamo a conoscere più nel dettaglio l’astro nascente del tennis femminile
Emma Raducanu sta scrivendo una delle più belle pagine di storia di quest’edizione di Wimbledon: la giovane wildcard, nata a Toronto il 13 settembre 2002, è diventata la più giovane britannica dell’Era Open a raggiungere la seconda settimana dello Slam casalingo, nonché la quarta teenager a riuscire in quest’impresa (le altre tre sono state Glynis Coles, Deborah Jevans e Laura Robson). Non si tratta, tuttavia, di una persona di famiglia britannica, bensì ci troviamo dinanzi ad una personalità multietnica: suo padre, infatti, è di origini rumene, mentre la madre proviene dalla Cina. La famiglia si è trasferita in Regno Unito quando la piccola aveva solo due anni e, per tale motivo, Emma si sente a tutti gli effetti una cittadina britannica. Raducanu, attualmente alla posizione numero 338 della classifica mondiale, ha preso parte al suo primo evento WTA due settimane fa a Nottingham, manifestazione in cui è stata sconfitta all’esordio per mano di Harriet Dart. Questa sconfitta non ha fatto assolutamente ricredere gli organizzatori di Wimbledon, i quali hanno voluto omaggiare con una wild card il loro giovane talento. “Il mio obiettivo – spiega Raducanu su questo punto – era quello di dimostrare che mi sono meritata l’invito e credo di esserci riuscita. Al contempo, non voglio fermarmi, perché continuerò a mantenere un approccio identico a quello di questi tre incontri. Cerco solo di far sì che la mia esperienza qui duri il più a lungo possibile”.
Curioso notare che, anche se per Emma si tratta di una semplice coincidenza, i suoi due idoli sono proprio corrispondenti alle sue origini. Ella, infatti, ha dichiarato di aver costruito il suo gioco sul modello di Simona Halep, rumena, e Li Na, cinese, entrambe vincitrici di due prove del Grande Slam. Inoltre, l’astro nascente del tennis mondiale è molto talentuoso anche tra i banchi di scuola, potendo vantare di aver chiuso il proprio percorso scolastico, ottenendo il massimo dei voti in matematica ed economia. “Lo studio – rivela la britannica – mi ha aiutato molto. Mi allenavo, poi andavo a scuola e trovavo gli amici, avendo così la possibilità di condurre una vita più normale. Questo mi è servito anche per tenermi la mente occupata quando non era presente il tennis nella mia quotidianità”. Da segnalare anche l’ottimo staff tecnico di cui si è circondata: il suo allenatore, infatti, è Nigel Sears, già coach, in passato, di grandi tenniste quali Amanda Coetzer, Daniela Hantuchova, Ana Ivanovic e Anett Kontaveit. “Mi ha dato molta fiducia – afferma la diciottenne nata a Toronto – il lavoro che ho svolto con lui. Sono fiera di pensare che mi abbia voluto dare una chance”.