Le interessanti dichiarazioni rilasciate dal Next Gen danese al sito ITF sulla sua splendida esperienza a New York, in particolare sull’appoggio del pubblico avuto nel match contro Novak Djokovic.
Holger Rune è uno dei Next Gen più interessanti e la sua esperienza agli Us Open in questo senso è stata un’ulteriore conferma. Il giovane danese per la prima volta in carriera ha infatti superato le qualificazioni di uno Slam e si è regalato un primo turno da sogno contro il numero 1 del mondo Novak Djokovic sull’Arthur Ashe Stadium.
Un’avventura eccezionale, che il 18enne di Copenaghen ha così raccontato all’ITF: “Inizialmente non eravamo neanche sicuri di partire. Il mio allenatore Lars preferisce pormi degli obiettivi più vicini al mio livello attuale. Data l’assenza di tornei Challenger sia prima che dopo gli Us Open – ha proseguito Rune – avremmo potuto vivere un viaggio molto breve. Nonostante ciò sono riuscito a convincere sia lui che mia madre. Abbiamo stabilito un accordo: sarei andato a New York solo se fossi migliorato in alcune aspetti del gioco“.
Da questo punto di vista molto importanti, probabilmente, sono stati i due successi ottenuti a San Marino e Verona, che hanno spinto il danese ed il suo team a compiere il passo: disputare le prime qualificazioni Major. Il suo percorso nel tabellone cadetto è stato agevole sino al turno finale, quando ha dovuto recuperare uno svantaggio di 3-5 ai danni del tedesco Mats Moraing: “Sino a quel momento era tranquillo e serviva come John Isner – ha dichiarato Holger. “Dopo la sospensione per pioggia non credevo di avere molte chance, pensavo – ha affermato ancora – sarebbe tornato in campo ed avrebbe continuato a colpire vincenti a raffica. Grazie a mia madre però mi sono tranquillizzato e quando sono rientrato sono riuscito a rimontare. Qualificarmi per il primo Slam è stato fantastico“.
Dopo l’ultimo arduo turno di qualificazioni, il suo esordio nel tabellone principale di un Major, come già accennato in precedenza, è stato tutt’altro che morbido ma Rune sul match contro il dominatore del ranking ha solo ricordi positivi: “La notte dei sorteggi ero sdraiato sul letto e ad un certo punto mi arriva un messaggio su Instagrm, in cui ho saputo che il mio avversario sarebbe stato Novak. Il mio cuore – ha dichiarato il Next Gen danese – ha cominciato ad accelerare, in quanto è un giocatore che ammiro molto“. I giorni prima della partita non sono stati quindi per nulla semplici da gestire per Holger, che però poi su uno dei palcoscenici più importanti del circuito non ha difatti sfigurato ed anzi ha ricevuto il sostegno di tutto il pubblico: “Tutti hanno fatto il tifo per me. All’inizio – ha detto l’attuale numero 136 del ranking mondiale – non capivo cosa stessero dicendo ma quando me ne sono reso conto ero talmente felice che mi sono sentito quasi come Federer in campo. Mi viene la pelle d’oca quando ci penso. Affrontare Djokovic è davvero complicato ma nonostante la sconfitta è stato il match più utile della mia carriera. Ho capito – ha concluso – quanto devo ancora migliorare e voglio farlo“.