La Coppa ha sempre stravolto le classifiche, ma con il nuovo formato i numeri 2 in grado di dare tutto sulla distanza breve possono fare la differenza. Soprattutto se picchiano come fabbri e sono alti quasi due metri
Secondo pronostico, la Russia ha fatto sua la Davis schierando una forza di fuoco di grande impatto. Ma l’Insalatiera 2021 sarà ricordata anche per le imprese di un numero due venuto dal nulla. Cosa ti combina la Coppa! In una manciata di giorni trasforma uno semisconosciuto in eroe nazionale capace di trascinare in finale una squadra come la Croazia. Chi avrebbe mai detto a Borna Gojo che in un tempo tanto preve sarebbe balzato agli onori della cronaca sportiva, mostrando un valore tennistico che va ben oltre i numeri di una modesta classifica? I curiosi che vorranno scorrerne la biografia si imbatteranno in una bella laurea conseguita presso la Wake Forest University della North Carolina, ma non vi troveranno l’ombra di un titolo, neanche lo straccio di un Futures conquistato in qualche parte sperduta del mondo. Qualcosa che ne fa ancora di più il simbolo di questa edizione appena andata in archivio. Mettendo in fila soggetti più blasonati come De Minaur, Sonego e Lajovic, il croato ha confermato che in Davis anche i numeri due sono determinanti ai fini del risultato. Non esagero nel dire che, seppure contando su di un doppio pressoché imbattibile, senza di lui la Croazia avrebbe potuto uscire già con l’Ungheria o con l’Italia, e se in finale avesse fatto suo il tie break del secondo set contro Rublev, forse oggi saremmo immersi in un’altra narrazione.
Miracoli dell’adrenalina? Certamente, sì. Ma anche effetti della nuova formula, che comprimendo la prestazione nella corta distanza del due su tre, in luogo del tre su cinque, agevola l’outsider che ha poco da perdere e in un tempo relativamente breve può «dare il fritto», come si dice a Roma, e inventare la partita della vita. Senza dire della riduzione da cinque a tre match che non consente, come avveniva in passato, eventuali aggiustamenti in terza giornata.
Senza nulla togliere alla grande impresa del ragazzo di Spalato, dubito che allungando il brodo l’avrebbe spuntata contro Lajovic o il nostro Sonego.
Ma la Coppa del terzo millennio è questa, e lo sarà per lungo tempo ancora. Non è tutta da buttare, e come dicevo di recente può avere i suoi lati positivi nella snellezza e nel colpo d’occhio. Onore a Medvedev e compagni, dunque, che l’hanno fatta propria senza curarsi troppo di vecchio o nuovo formato.
Piuttosto, sembra che la «conditio sine qua non» per vincerla sia sempre di più una questione di fisicità.
Tutto fa pensare che per accedere alle finali sarà richiesta una statura media non inferiore all’uno e novanta, che agli aspiranti sia interdetta la taglia inferiore all’ XXXL e che ricorrerà l’obbligo di calzare scarpe oltre il 46. Per l’edizione 2021, Russia e Croazia ci sono rientrate ampiamente, schierando marcantoni rasenti i due metri che solo a guardarli incutono sudditanza già prima di entrare in campo. Se poi partono come numeri due, allora sono guai!