Ons Jabeur, una tunisina in missione per tutte le donne arabe: attualmente numero 10 della classifica mondiale, la tennista africana sogna di infrangere le poche barriere che ancora non ha superato, mentre pensa a una figura esperta da implementare alla sua squadra

I limiti son fatti per essere superati: non è solo un modo di dire e, ad insegnarcelo, è Ons Jabeur. Tunisina al 100%, nata e cresciuta nella sua calda nazione, certamente un posto non famoso per la grande tradizione tennistica. Ha vinto il Roland Garros Junior nel 2011, poi, per una serie di ragioni, è esplosa tardi tra le grandi del nostro sport. Le hanno detto più volte di smettere, l’hanno presa in giro perché africana, perché di cultura araba, perché non rispondente ai canoni fisici della bella ragazza occidentale, eppure lei ha saputo andare avanti per la sua strada, lasciando parlare chi cercava di frenarla, abbattendo diverse barriere e arrivando dove le donne (e non solo) della sua cultura mai si erano spinte: prima araba a vincere un torneo, prima ad irrompere tra le top 10. La tunisina, allora, ha rilasciato un’intervista presso ‘Arab News‘, svelando alcune novità per quanto riguarda la stagione appena iniziata.

“2022? Il mio obiettivo – ha risposto Jabeur – è quello di continuare a vincere e a migliorare il mio gioco, cercando di evitare infortuni e di essere sempre pronta atleticamente. Vorrei davvero restare nella top 10 e, chissà, perché non puntare alla top 5? Ora mi sento bene, sono a mio agio nel Tour e sto riuscendo a non mettermi troppe pressioni addosso. Spero di potermi qualificare per le WTA Finals, visto che ci sono già stata vicinissima l’anno scorso”.

La tunisina, per ottenere il desiderato ulteriore salto di qualità, sta cercando di implementare il suo team: Ons, infatti, vorrebbe intraprendere una collaborazione con qualcuno che, avendo vinto Slam o essendo stato ai vertici della classifica, può usufruire della sua esperienza per darle i giusti consigli. “Vorrei compiere qualcosa di ancora più importante durante la mia carriera e, per far ciò, vorrei aggregare alla mia squadra una figura esperta, magari una vincitrice Slam o un’ex numero uno del mondo, che può aiutarmi a gestire meglio determinati momenti della partita o di un torneo. Non c’è ancora nulla di ufficiale, dunque bisognerà aspettare un mesetto prima che possa dare delle novità rilevanti”.

Infine, parole importanti sono state spese sull’argomento relativo alla salute mentale, che tanto ha preoccupato atleti e non durante i mesi della pandemia. “Ho sempre ritenuto una priorità il benessere mentale, anche quando avevo 10 anni. Ho sempre creduto in questo e, dunque, mi sono sempre munita di un mental coach. Se sei mentalmente pronto, puoi battere qualsiasi cosa. Se non sei pronto fisicamente, se il tuo tennis non sta andando bene, ma mentalmente sei forte, puoi battere tutti. Al contrario, se sei fisicamente pronto e la tua mente non è pronta, allora è davvero difficile che si possa superare qualsiasi ostacolo. Ho avuto momenti difficili, ma adesso sto cercando di essere più paziente sia dentro che fuori dal campo. Voglio essere una persona migliore: solo così potrò essere un’atleta migliore”.