Le parole di Filip Serdarusic, fratello e allenatore del tennista croato Nino, in un’intervista rilasciata a Sportklub
Spunta un nuovo nome nel caso dei permessi rilasciati ai giocatori e ai componenti dei loro team per partecipare ai tornei australiani. Dopo le rivelazioni di Renata Voráčová, anche Filip Serdarusic esce allo scoperto. Fratello e allenatore del tennista croato Nino Serdarusic, Filip ha dichiarato, in un’intervista rilasciata a Sportklub, di essere stato espulso dall’Australia per aver presentato un’esenzione medica dal vaccino anti-Covid ritenuta in seguito non valida.
Filip Serdarusic come Renata Voracova era già entrato nel Paese, per assistere alle partite del fratello impegnato nel Challenger di Traralgon e l’espulsione sarebbe avvenuta poche ore dopo lo scoppio del caso Djokovic.
“Si era aperta la possibilità di entrare in Australia con un’esenzione. Non sono vaccinato, ma a ottobre ho contratto il Covid-19. Il mio agente ha inviato il risultato del test positivo a Tennis Australia, che l’ha inoltrato ai medici. Ho ricevuto il via libera per partire attraverso una e-mail del 10 dicembre” – ha esordito l’allenatore croato.
I fratelli Serdarusic sono arrivati in Australia dopo aver viaggiato su uno dei charter forniti dalla Federtennis australiana ai giocatori e ai loro team: “Ho consegnato il mio passaporto e poi una signora del servizio di frontiera è venuta da me e mi ha chiesto se fossi vaccinato. Ho risposto di no, ma che avevo un’esenzione. Mi ha messo da parte e mi ha chiesto di raccogliere i documenti. Mi ha detto che avrei dovuto fare una quarantena di 14 giorni e io ho risposto che non sarei partito se avessi saputo di dover fare la quarantena” – ha spiegato Filip – “Poi ha chiamato il suo capo, lui ha ispezionato i documenti, li ha fotografati e mi ha detto che potevo entrare liberamente nel Paese“.
Filip e Nino Serdarusic hanno trascorso tre giorni a Melbourne e poi si sono diretti a Traralgon. Lo stesso giorno, Novak Djokovic atterrava all’aeroporto di Tullamarine.
“Il giorno dell’arrivo di Novak Djokovic, alle dieci di sera, mi hanno chiamato dal Centro Immigrazione per fare un interrogatorio il giorno successivo. Tennis Australia ha quindi mandato un’auto a prendermi un’ora prima della partita di quarti di finale di mio fratello. Sono andato in un hotel a Melbourne, ho capito di avere due opzioni: tornare a casa legalmente o richiedere nuovamente il visto. Dal momento che al 99% lo avrebbero rifiutato, ho deciso di andarmene, perché non sono potente come Novak per combattere una guerra legale contro il governo australiano. Se avessero mandato via lui, avrebbero fatto lo stesso con me“.
Filip ha commentato così il trattamento riservato a Djokovic: “La gente fa brutti commenti, ma dico solamente che quando abbiamo richiesto il visto, dovevamo soddisfare delle condizioni. Né per Novak né per me è stata fatta un’eccezione, abbiamo agito secondo le loro regole e ci è stato permesso di entrare. Questa situazione è stata creata affinché il governo si rafforzasse. Non serviva fare battaglie contro noi “piccoli”, ma contro qualcuno che facesse notizia“.
“È avvenuto tutto prima delle elezioni. Se hanno lasciato andare me e Voracova perché non hanno lasciato andare Novak? Penso che Tennis Australia sperava che anche lui entrasse come noi, ma il governo non poteva permetterlo. Se non fosse stato per il caso di Novak, noi saremmo rimasti nel Paese” – ha concluso Serdarusic.