Il campione spagnolo, reduce dal successo agli Australian Open, ha sconfitto all’esordio l’americano Kudla con un netto 6-3 6-2. In conferenza stampa ha fatto il punto sul momento e sull’anno che verrà

Rafael Nadal avanza senza problemi agli ottavi di finale dell’ATP 500 di Acapulco. Il maiorchino, testa di serie numero 4 dell’Abierto Mexicano Telcel, ha sconfitto all’esordio il lucky loser americano Denis Kudla con il punteggio di 6-3 6-2. Ad attenderlo un altro statunitense, Stefan Kozlov.

“Penso di aver giocato bene – ha dichiarato lo spagnolo in conferenza stampa – mi sono divertito e questa è la cosa più importante. Vincere in uno stadio nuovo fa sempre piacere. È importante vedere gli organizzatori del torneo scommettere sul nostro sport, che è quello che sta succedendo qui. È stata una bella serata, giocare davanti a questo pubblico è sempre qualcosa di speciale per me. Il calore della gente è l’unica cosa che mi dà soddisfazione e gioia, sentire affetto mi aiuta ad esprimermi al meglio. L’umidità? Da queste parti è molto alta, occorre sapersi adeguare. Sono un giocatore che suda molto ma le condizioni di notte sono buone, durante il giorno sarebbe impossibile. La cosa più difficile oggi è che siamo noi a dover andare a prendere l’asciugamano, quindi bisogna controllare molto bene il tempo e non lasciar scadere i secondi. Ho sempre pensato che le regole dovrebbero essere un po’ più adattate, anche se so che è difficile”.

Sulla programmazione, Nadal ha le idee molte chiare. “Sono qui perché volevo e potevo venire. Mi piace competere, è solo che il mio fisico, durante la mia carriera, non mi ha permesso di farlo in certe occasioni. Forse la gente ricorda i miei inizi, dove è vero che ho giocato molti tornei, ma da diversi anni a questa parte ho giocato poco. Alcuni giornalisti continuano a chiedermi se continuerò a ridurre il mio programma, ma se lo riduco ulteriormente smetterò di fare il tennista. In questa fase cerco di giocare dove mi sento, dove mi piace, il mio sogno era di essere qui se il mio corpo avesse recuperato bene dopo gli Australian Open”.

La corsa al numero uno è tutto fuorché una ossessione. “Quell’epoca è finita, purtroppo. Problemi fisici mi hanno impedito di finire un altro anno come numero uno, lo dico con l’umiltà di chi non sa mai cosa potrebbe succedere, ma mi sono sentito così per alcuni anni quando il mio corpo non me lo permetteva. Oggi i miei obiettivi sono diversi, se dovesse accadere sarò incredibilmente felice. In questo momento ci sono un sacco di giovani che sono pronti a giocare tutti gli eventi di cui hanno bisogno per lottare. Io devo fare una selezione. Non ho intenzione di variare il programma per ottenere più punti.