Daniil Medvedev, dopo aver sconfitto Benoit Paire all’esordio nell’ATP 500 di Acapulco, ha riflettuto ai microfoni sul suo rivale/amico Novak Djokovic e sulla possibilità di scavalcarlo in classifica già nei prossimi giorni

Daniil Medvedev, dopo aver liquidato agevolmente Benoit Paire all’esordio nell’ATP 500 di Acapulco, ha espresso alcune riflessioni in favore del suo rivale, nonché amico, Novak Djokovic, spesso criticato da alcune testate giornalistiche in giro per il mondo. Nole è uno dei colleghi più sportivi e corretti nel circuito – ha dichiarato, a tal proposito, il campione in carica degli US Open –: è sempre il primo a congratularsi con me o con chiunque ottenga risultati prestigiosi, anche se migliori dei suoi. Avrà fatto qualche errore come tutti noi, mai nulla di irreparabile: per me è un esempio da seguire. Io e lui ci intendiamo, perché entrambi siamo spinti dalle stesse motivazioni: riconosciamo un bambino dentro di noi, quel bambino che prese la racchetta in mano per la prima volta e capii che avrebbe voluto giocare a tennis per tutta la vita”.

Attualmente numero 2 del mondo, il moscovita potrebbe superare proprio Djokovic in classifica qualora vinca il titolo ad Acapulco, diventando il ventisettesimo numero 1 del mondo nella storia del tennis. “Quando ero bambino, sognavo a più riprese di essere il migliore, ma solo perché la consideravo una cosa impossibile. Ora che, al contrario, ci sono vicino ed è uno scenario verificabile, non mi metto molta pressione: essere numero 2 del mondo mi motiva, mi spinge a fare sempre meglio, insomma colgo solo l’aspetto positivo della questione relativa al ranking”.