Le durissime dichiarazioni rilasciate, in una recente intervista, dal numero 17 del mondo a proposito dell’ATP e di Andrea Gaudenzi.

Reilly Opelka, attualmente impegnato nel Masters 1000 di Indian Wells (all’esordio sfiderà Lorenzo Musetti), ha di recente rilasciato un’intervista estremamente dura sull’ATP e sull’attuale presidente dell’Association Tennis Player: Andrea Gaudenzi. Non è la prima volta che il numero 17 al mondo si espone sull’argomento. Già alla fine del 2020, al podcast “Behind the racquet” si era dimostrato fiero sostenitore della PTPA (Professional Tennis Player Association) creata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil, in quanto, secondo il suo parere, all’interno dell’ATP ci fossero troppi conflitti d’interesse. Nell’intervista tenuta a Tennis.com però il big server statunitense ha analizzato in maniera molto più approfondita l’argomento.

Il suo discorso si è inizialmente basato sulla mancata ricompensa per l’attività di un tennista di altissimo livello, il motivo principale per cui si è esposto: “Se mi sono attivato in questo senso è soprattutto perché penso che all’interno del circuito non si viene apprezzati per il proprio valore“. – ha dichiarato il gigante di St.Michigan, che poi per avvalorare il suo pensiero ha aggiunto: “Prendo come esempio Rublev.. La gente pensa pensa sia un ragazzo fortunato e molto ricco. La realtà è che lui, come altri, è un lavoratore impressionante. Sta sul campo per sei o sette ore al giorno e dovrebbe guadagnare molto di più rispetto a quello che ottiene perché è disposto a lasciare la pelle in ogni allenamento“.

Questa mancata valorizzazioni dei tennisti, nonché del tennis più in generale, secondo Opelka è dovuta principalmente ad un’organizzazione interna alquanto discutibile: “Non è possibile che allenatori come Dani Vallverdu o agenti come Gavin Forbes, Charles Smith, Herwig Straka possano essere all’interno del consiglio ATP. Quale esperienza possono mai avere ad esempio nella conduzione di un torneo? Eppure appena ne nasce uno nuovo, subito vengono designati come direttori. Ciò mi fa reputare il circuito un autentico circo, a differenza di altre organizzazioni sportive che stanno andando alla grande. Ci vorrebbero persone meno legate al tennis“.

A questa dichiarazione si lega, inevitabilmente, la rilfessione su Andrea Gaudenzi (attuale presdiente dell’ATP) e su Massimo Calvelli (attuale CEO): “Per quanto ho espresso penso sia giusto che Gaudenzi si dimetta . Ciò non perché io abbia qualcosa contro di lui o contro Massimo perché sono bravi ragazzi ma la mia concezione è molto chiara. Ora – ha proseguito il big server statunitense – non vorrei sembrare offensivo ma come si può pensare che il ruolo di CEO di un’organizzione così importante possa essere ricoperto da un’ex rappresentante della Nike. Lo stesso vale per l’ex CEO Chris Kermode, che precedente era un allenatore. Come poteva trovarsi lì in un momento dove, tra le altre cose, c’erano anche i tre giocatori più forti della storia contemporaneamente in attività? Davvero è inspiegabile“.

Il semifinalista in carica agli Internazionali, nel corso dell’intervista, ha infine suggerito anche la figura che metterebbe al comando dell’ATP: “Scommetterei su un visionario, ad esempio la mano destra di Adam Silver (NBA Commissioner) o qualcuno di molto vicino a lui ed anche su un CEO di grande successo perché altrimenti il nostro sport è destinato ulteriormente a decrescere. L’esempio lampante è il torneo di Acapulco, che quest’anno, pur potendo contare su nomi eccezional, ha avuto un prize money inferiore a quello del 2019. Ciò non ha senso, non è possibile tornare indietro ma – ha concluso Opelka – ciò avverrà se continuerà ad esserci l’attuale leadership“.