Il nuovo numero 9 del mondo ha analizzato in conferenza stampa la settimana di Barcellona: “Mio padre, mio nonno e tutto il team mi dicono sempre: le finali non si giocano, si vincono”
Già 3 titoli nel 2022, restando imbattuto nei tornei ATP 500. Oggi Carlos Alcaraz è numero 9 del mondo, dopo essere entrato in top-10 nella stessa data in cui a riuscirci fu Rafa Nadal (25 aprile 2005). Lo spagnolo ha parlato con i giornalisti al termine della straordinaria settimana di Barcellona.
“È stata una grande finale per me – ha dichiarato Alcaraz – la migliore partita di tutta la settimana, quindi sono molto felice. Dopo una grande semifinale al mattino di quasi quattro ore ho avuto meno tempo per recuperare rispetto a Pablo ma sono sceso in campo di nuovo con la voglia di combattere. In semifinale ho avuto più dubbi che in finale. Anche Alex (de Minaur, ndr.) ha giocato una grande partita, ad un ottimo livello, è stato ad un passo dal battermi. Avrei potuto fare meglio nei primi due set ma sono stati i dettagli a fare la differenza. Dopo il match ho parlato con l’allenatore per capire cosa ho sbagliato e cosa dovevo migliorare per la finale. Di tempo tra una partita e l’altro ce n’è stato davvero poco. Ho fatto 15 minuti di scarico sulla bici, bevuto il mio solito frullato, mangiato e fatto un pisolino di mezz’ora per farmi trovare pronto”.
Carlos ha le idee sempre più chiare. “Mio padre, mio nonno e tutta il team mi ripetono sempre che le finali non si giocano, si vincono. Ci penso sempre quando scendo in campo. Limiti? Siamo noi stessi a porceli ed io non voglio. Vorrei continuare a giocare a questi livelli e darmi altre possibilità di vittoria ma restando una persona semplice. Sono sempre stato un ragazzo normale. Non cambierò soltanto perché adesso la gente per strada mi riconosce”.
L’ingresso in top-10 lo stesso giorno di Nadal, 17 anni dopo. “È impressionante che proprio nella stessa data, dopo lo stesso torneo, io entri in top-10 proprio come il mio idolo. È qualcosa di speciale”.