L’ex numero 1 del mondo deve scontare l’inizio della sua pena di due anni e mezzo per le note vicende legate alla bancarotta del 2017 in uno dei carceri peggiori del Regno Unito, fra tossicodipendenti e violenti, in celle fatiscenti. La descrizione da romanzo vittoriano di un altro ospite di ‘Wanno’ e il saluto del figlio

Fra criminali violenti

In una cella – piccola e squallida ancora più del normale – per 22 ore al giorno. In uno dei peggiori carceri del Regno Unito, la Wandsworth Prison, in compagnia di tossicodipendenti, criminali pericolosi e violenti che secondo il Daily Mail ogni giorno danno vita a risse e abusi, una umanità dolente di 1300 anime. Sveglia la mattina alle 7.45, due ore d’aria e il resto a fissare un muro o le sbarre della finestra – che solo con molta fantasia possono ricordare la rete di un campo da tennis… – per chi non riesce a trovarsi un posto come addetto alle pulizie o sguattero. Questo è il presente di Boris Becker, ex numero 1 del mondo, tre volte campione di Wimbledon, precipitato nel girone dei dannati per una brutta vicenda di bancarotta e beni sottratti al fisco. La seconda condanna della sua vita di cittadino evidentemente poco attento ala gestione di un patrimonio di oltre 50 milioni di euro guadagnati da tennista. La prima risale al 2002, in una corte tedesca, ma allora il fuoriclasse tedesco aveva scampato la gattabuia grazie alla condizionale. Stavolta la corte londinese di Southwark, dove è stato giudicato colpevole, non ha avuto clemenza per il recidivo.

Come Dickens e Wilde

A 54 anni Bum Bum si trova ad affrontare due anni e mezzo di carcere, che potrebbero diventare 15 mesi in caso di buona condotta. Ma per due o tre settimane, in attesa di essere trasferito, dovrà vedersela con il tetro clima vittoriano di Wandsworth, un carcere dall’ingresso simile ad un castello medioevale che ha sede nel sobborgo sudorientale di Londra. Ironicamente il codice postale – SW18 – è quasi identico a quello di Wimbledon, il famosissimo SW19, e del resto fra la prigione e il Centre Court dell’All England Club ci sono appena due miglia. Becker può consolarsi pensando che le prigioni britanniche hanno ospitato nei secoli non solo tagliagole e rapinatori, ma anche Charles Dickens – per una questione di debito non troppo dissimile dalla sua – e Oscar Wilde, internato a Reading per omosessualità. Se è fortunato, è stato destinato all’ala-H del carcere, definita ironicamente «Il Ritz» di Wandsworth, dove si concentrano i detenuti eccellenti, ottantasei celle, la maggior parte a due letti, e comunque appena sei docce. «La prima cosa che mi ha colpito a ‘Wanno’ – ha dichiarato al Mail Chris Atkins, un regista che ha passato due anni a Wandsworth sempre per una questione di debiti – è stato il rumore. Urlare, sbattere, urlare, grugnire, abbaiare, minacciare, inveire, ridere, piagnucolare, discutere, combattere, ululare, piangere… È come se qualcuno avesse scaricato ogni singolo effetto sonoro e li stesse facendo esplodere tutti insieme. L’ala della reception sembra che sia stata rinnovata l’ultima volta nel 1895, quando Oscar Wilde passò di qui, incarcerato per omosessualità. È praticamente un incontro tra il Porridge (il tipico cibo delle carceri inglesi, tanto che «fare il porridge» significa andare in carcere, ndr) e ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’ (il famoso film di Milos Forman con Jack Nicholson sui manicomi criminali, ndr) ed è pieno degli individui più terrificanti che abbia mai visto». Decisamente peggio che affrontare tre palle break in finale a Wimbledon.

«Resisti papà, vengo a trovarti appena posso», ha gridato Noah Becker al padre, all’uscita dal tribunale. Il romanzo carcerario di Boris Becker è appena iniziato.