Grazie alla wild card conquistata nelle pre-qualificazioni, Matteo Arnaldi e Francesco Passaro giocheranno nel tabellone principale degli Internazionali d’Italia. Un’opportunità enorme per due ragazzi classe 2001 che stanno vivendo il miglior momento in carriera, e puntano ad affacciarsi presto alle qualificazioni dei tornei del Grande Slam. Conosciamoli meglio
Arnaldi: dal muretto del nonno agli Internazionali
Per adesso il loro coetaneo Jannik Sinner lo guardano ancora da lontano, con tanta ammirazione per ciò che è riuscito a fare nelle ultime stagioni, ma almeno per una volta Matteo Arnaldi e Francesco Passaro potranno tornare a occupare un posto nello stesso tabellone del numero 12 del mondo, come gli capitava spesso e volentieri ai tempi dei tornei giovanili. Merito delle battaglie vinte nelle pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia, che hanno regalato a entrambi una wild card per il tabellone principale e il debutto nel grande tennis, premiandone il miglior periodo in carriera. Quella di Matteo Arnaldi, sanremese e ottima promessa da juniores (con una semifinale al Trofeo Bonfiglio come picco) è svoltata circa un anno fa, quando ha deciso di lasciare il Centro Tecnico Federale di Tirrenia per tornare nella sua città e affidarsi a un tecnico giovane come il milanese Alessandro Petrone, classe 1990. Un azzardo che ha pagato in un amen, con oltre 600 posizioni scalate nel ranking ATP in una volata chiusa attorno al numero 350, e che a suon di match vinti a livello ITF l’ha preparato per la nuova stagione. Ha detto addio ai Futures, ha puntato sui Challenger e a Roma ci è arrivato – per la prima volta, al Foro Italico non ci era mai stato nemmeno da spettatore! – dopo la prima semifinale in carriera, giocata a Spalato. Gli ha fatto comodo per il ranking, con l’ingresso nei primi 300 e un passo importante verso l’obiettivo di giocare le qualificazioni degli Slam, ma anche o soprattutto per morale e fiducia, armi in più nelle vittorie che l’hanno lanciato nel main draw.
Un’opportunità di lusso per un ragazzo che il circuito maggiore non l’ha mai assaggiato, nemmeno nei tornei più piccoli, e – parole sue – sta iniziando a realizzare di aver trasformato in un lavoro quella passione sbocciata a cinque anni, giocando insieme al nonno contro il muro di casa. Se ne accorgerà quando al termine del torneo gli arriverà dall’ATP il più ricco bonifico della sua giovane carriera (saranno oltre 15.000 euro anche in caso di sconfitta all’esordio), ma ancora di più quando nei prossimi giorni condividerà hotel e spogliatoi con le leggende che di solito vede in televisione, firmando autografi proprio come loro. Dopo il successo contro Francesco Forti che gli è valso la wild card non è riuscito ad accontentare tutti i cacciatori di selfie, perché ha trovato una marea di smartphone alla quale non era abituato, ma avrà modo di rifarsi nei prossimi giorni, in attesa della sfida con Marin Cilic e prima di tornare a lavorare a testa bassa nei Challenger, fondamentali per raccogliere i punti necessari per tornare a Roma dalla porta principale. A dargli una mano nel percorso c’è un consigliere d’eccezione come Fabio Fognini, sanremese come lui. Non solo i due si allenano insieme quando l’ex numero 1 d’Italia – che viva fra Barcellona e Brindisi – torna in Liguria da mamma e papà, ma Fognini l’ha anche selezionato come uno degli assistiti dalla sua nuovissima agenzia di management “Back to Next”, che annovera fra i clienti anche altri due nomi caldi per il futuro tricolore, come Flavio Cobolli (a sua volta pronto al debutto agli Internazionali) e Matteo Gigante. Significa che in Arnaldi – e gli altri – ha visto del potenziale. È un’investitura di spessore.
Passaro brucia le tappe, ricordando Cancellotti
Per l’umbro Passaro, invece, il mentore si chiama da sempre Roberto Tarpani, il maestro che dallo Junior Tennis Perugia ha portato il suo allievo sempre più in alto. Il loro è un rapporto quasi da padre e figlio, tanto che, quando alla vigilia del match decisivo per il main draw la tensione ha svegliato il perugino alle 3 di notte, Francesco ha trovato l’allenatore a sua volta sveglio, intento a guardare sul cellulare gli highlights della sfida di Champions League fra Real Madrid e Manchester City. Nemmeno l’allenatore riusciva a dormire, come se sul Pietrangeli contro Giovanni Fonio ci dovesse andare lui, ma all’indomani la vittoria tanto attesa è arrivata e il main draw è diventato realtà. Può sembrare ordinaria amministrazione per chi è abituato a certi livelli, mentre è un sogno che si avvera per un ragazzo che solo un paio di mesi fa giocava ancora i Futures, in condizioni lontane anni luce da quelle del Foro. Ma da allora la sua crescita è stata impressionante, con quasi 250 posizioni scalate dall’inizio dell’anno, una finale a sorpresa al Challenger di Sanremo (dove era avanti di un break al terzo contro Holger Rune, che 20 giorni dopo ha vinto il suo primo titolo ATP) e quindi il posto agli Internazionali. L’aveva fissato come obiettivo per il 2023, invece ce l’ha fatta con un anno d’anticipo e ora sogna uno dei campi principali, per trasformare in possibile una sfida contro Cristian Garin che in quanto a coefficiente di difficoltà sarà la più impegnativa della sua intera carriera.
Indipendentemente da come andrà a finire, l’esperienza romana darà a Passaro una bella mano verso il prossimo obiettivo, ossia quello di credere ancora di più nel suo tennis e nelle proprie possibilità. Quando tutto funziona bene non ha problemi ad aggrapparsi alle sue sicurezze, mentre quando le cose si complicano tende a fare un po’ di confusione e non sempre si riprende in tempo per aggiustare il risultato. Ma a 21 anni rientra ancora nella lista dei peccati imputabili all’età, l’importante è conoscere i propri limiti e continuare a lavorare per limarli, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Solo così i campioni sono diventati campioni ed è permesso ritoccare gli obiettivi al rialzo, come ha già fatto un paio di volte nel corso della stagione. Basti pensare che l’obiettivo era arrivare fra i primi 350 del mondo entro dicembre, invece ce l’ha fatta ad aprile e da qui in avanti punta a salire ancora. Intanto, oltre a essersi meritato (come Angelica Raggi, presente nelle qualificazioni) un post social dagli account ufficiali di Regione Umbria, Passaro ha restituito alla sua terra un talento sul quale puntare, a 37 anni dal best ranking di Francesco Cancellotti, unico tennista umbro capace di arrivare fra i primi 100 della classifica ATP. “Cancilla” al Foro Italico raggiunse i quarti di finale nel 1984, battendo l’allora numero 4 Mats Wilander quando aveva 21 anni proprio come Francesco, e di lì a poco si sarebbe spinto fino al numero 21 del ranking. Chiedere a Passaro qualcosa di simile, oggi, sarebbe folle. Ma il fatto che riesca a stimolarne il ricordo vale già parecchio.