Marcos Giron diventa eroe del Pietrangeli per due volte ed ottiene a Roma uno dei migliori risultati della carriera. La storia travagliata del tennista californiano

Ferrari o Schwartzman, non è poi così diverso

Prima di sbarcare al Foro Italico l’unico ricordo vagamente positivo della terra per Marcos Giron era legato al verde di Savannah e Sarasota. Pensandoci bene un presentimento che la settimana di Roma potesse riservare sorprese lo aveva avuto all’inizio, quando dopo aver rischiato l’eliminazione all’esordio nelle qualificazioni contro Gianmarco Ferrari, si è ritrovato a firmare autografi e a scattare foto con il pubblico del Pietrangeli. Le buone sensazioni in prima istanza si sono però spente nel match contro Tallon Griekspoor che aveva messo fine alle “vacanze romane” dell’americano. Come spesso accade, specialmente se entri nel tabellone cadetto da numero 52 ATP, il lunedì arriva una chance da lucky loser, grazie al forfait di Roberto Bautista Agut. Il sorteggio non poteva essere migliore, si parte contro un Alexander Bublik totalmente indisposto alla terra. Vittoria per 3-6 6-4 6-4 e secondo turno contro Diego Schwartzman, ma nelle condizioni migliori possibili, quelle della bolgia del Pietrangeli.

Per spiegare l’upset di giornata ai danni del numero uno di Argentina, è fondamentale il racconto della sfida contro Ferrari. Per caratteristiche e background giocatore da cemento, Giron si è snaturato con gli out ampi del Pietrangeli e ha messo in piedi una difesa rocciosa, la stessa che ha incartato un incredulo Schwartzman. Il rovescio è il colpo più incisivo, quello da contrattaccante che lo può portare a prendere il punto, mentre il dritto incide meno e paradossalmente nel tentativo di giocarlo piatto a volte scappa il finale generando quasi una rotazione slice. Una volta prese le misure allo sconosciuto Ferrari tutto ciò ha funzionato e contro una palla paradossalmente meno incisiva come quella di Schwartzman, l’impresa è servita. Incitandosi in italiano a colpi di “forza”, il 28enne californiano è tornato a firmare autografi e a scattare foto con il pubblico che durante la partita lo ha conosciuto ed adottato. Quello contro Auger-Aliassime sarà il terzo ottavo di finale in un Masters 1000, il primo sulla terra, dopo i due sul veloce indoor di Parigi Bercy.

College, operazioni e divorzio: scusate il ritardo

Dietro un personaggio sconosciuto ai più, ed approcciatosi relativamente tardi al circuito maggiore, c’è una storia particolare e questo come spesso accade per gli americani si traduce in college tennis. Nato e cresciuto tra le querce di Thousand Oaks (California), Giron rimanda il sogno da giocatore dopo una carriera junior da top 20 ITF Under 18. La decisione, presa di comune accordo con la famiglia, è quella di giocare a UCLA, college simbolo dello stato. Reclutato come primo tennista della nazione, Giron dà il meglio di sé nel terzo anno, quello da junior. Nel 2014 è protagonista nel palcoscenico di Flushing Meadows, prima con una wild card nel main draw degli US Open, poi nei campionati individuali NCAA. L’esordio tra i grandi si infrange sui due metri di John Isner, mentre la settimana dopo è titolo collegiale nella finale vinta contro Alex Sarkissian.

Archiviate le settimane di New York, Giron mette in stand-by la sua laurea in economia e finalizza il passaggio a professionista. 21 anni e tre titoli futures in bacheca fanno bene presagire, ma l’anno che avrebbe dovuto rilanciare il sogno si trasforma presto in un incubo. A fine stagione i medici diagnosticano a Giron problemi su entrambe le anche e contestualmente ai risultati arriva la chiamata della madre che annuncia il divorzio dal padre. Nel 2015 Giron prova a forzare e resta in piedi grazie al sostegno di ragazza e sorella, ma al termine di una stagione in cui fatica a chiudere nei primi 400 decide di sottoporsi ad una doppia operazione. Dicembre 2015 per l’anca destra e febbraio 2016 per l’anca sinistra, gli interventi vanno bene ma per i medici il tennis sarà solo un ricordo. L’allievo di Evan Lee, solo quattro anni più grande di lui ma fondamentale figura di riferimento, riprende gli studi in economia ma già a settembre 2016 torna in campo ed il mese successivo conquista il quarto trofeo futures della carriera. La crescita sarà poi altalenante, l’esplosione avviene nel 2019 con i trionfi challenger di Orlando e Houston. Una volta maturata l’occasione di giocare al gradino superiore Marcos coglie l’occasione e nella bolla di Flushing Meadows per la doppietta del 2020 Cincinnati-US Open si prende una top 100 che non mollerà più. Senza grandi exploit, Giron ha trovato una continuità che gli permette di competere al massimo delle sue possibilità ed il risultato di Roma è la giusta ricompensa.