Lo statunitense Nishesh Basavareddy e la svizzera Celine Naef trionfano nell’edizione numero 62 del prestigioso Trofeo Bonfiglio
È Nishesh Basavareddy il campione del 62° Trofeo Bonfiglio per quanto concerne il singolare maschile: lo statuintente di origini indiane ha trionfato, dopo 2 ore e 26 minuti di battaglia, contro il numero 2 del mondo Daniel Vallejo, grazie allo score conclusivo di 6-2 4-6 6-3. Il tennista americano ha portato sui campi del TC Alberto Bonacossa tutte le sfumature di una storia commovente, che Nishesh non ha esitato a raccontare durante il suo – meritato – momento di gloria, avendo conquistato la coppa più importante (dopo gli Slam) del circuito Under 18. “Senza dubbio – ha detto Basavareddy –, questa è la più importante vittoria della mia carriera. Qui a Milano c’è stata una bellissima atmosfera: tanta gente sulle tribune e un clima fantastico che ha reso tutto ancora più entusiasmante. Giorno dopo giorno, il mio livello è cresciuto e credo di aver giocato il mio miglior tennis proprio nelle fasi finali. Gioco con gli occhiali da vista per via della miopia e ho dovuto subire ben tre operazioni al ginocchio destro. Oggi eccomi qui: sto bene, mi sento in forma e cerco di imitare Novak Djokovic, il mio giocatore preferito”.
Nel femminile, invece, ad assicurarsi il trionfo è stata la sedicenne Celine Naef, giovane talento elvetico cresciuto nel mito di Martina Hingis, leggenda del nostro sport con cui lei ha sovente avuto l’onore e il piacere di allenarsi. “Il mio modello? Martina Hingis – ha affermato con orgolio la campionessa della manifestazione meneghina – mi sono allenata con lei qualche volta e si è sempre dimostrata molto disponibile nei miei confronti. Per me è una vera ispirazione”. Naef si è dimostrata una vera e propria guerriera, proprio come il suo idolo: perso il primo set al tiebreak contro la statunitense Liv Hovde, non si è mai data per vinta e ha rimontato, siglando il 6-7 6-4 6-3 che le ha permesso di alzare le braccia al cielo. “Sono molto felice – ha detto la svizzera – perché ho vinto un match davvero difficile. Adesso sono tanto stanca e durante la partita mi sono anche arrabbiata con me stessa per alcuni errori che non dovevo fare, ma ho cercato di lottare su ogni punto e alla fine sono stata premiata. A Milano sono con un tecnico della Federazione svizzera (Michael Lammer, ndr), ma il mio pensiero e il mio grazie va anche a mia madre Sandra che mi allena tutti i giorni“.