Alla vigilia di uno scontro titanico reiterato all’infinito, mi chiedo cosa possa frullare nella testa di due contendenti chiamati a misurarsi per la 59esima volta in carriera
Elucubrando illazioni, mi interrogo su quali combinazioni tattiche trascineranno nell’agone, delle tante che si sono imposti l’un l’altro nell’arco della lunga disfida, e a quale esercizio mnemonico saranno chiamati a ricorrere per non cadere nella ripetitività degli schemi, ma ideare qualcosa di inedito che vada a pennello per un quarto di finale che potrebbe valere il Roland Garros 2022.
Pensieri in libertà a cui, in vista dell’ennesimo match tra Nadal e Djokovic, tutti cercano di dare voce tritando strategie da Enalotto, solo a volte beneficiate dal dubbio. Molti si affidano alle casistiche, altri alla diversità di stile e, andando sul sicuro, c’è chi tira in ballo aggressività e testardaggine, almeno quanto basta per non girovagare da sprovveduti nei bislacchi meandri della competizione.
Io azzardo la mia dicendo che, insieme a un bilancio di 30 a 28, di poco favorevole al serbo, entrando nel grande Chatrier, i due tireranno al seguito l’idea condivisa di un gioco martellante, e l’ambizione tipica dei fuoriclasse tesa a inseguire un posto nella storia. Di meno alato, ognuno di loro porterà tratti distintivi che ne fanno atleti inconfondibili. Cosi c’è da giurare che il Djoker vorrà gestire il gioco leggendo i punti come righe di un romanzo, mentre l’acciaccato Rafa metterà in campo quel che rimane della sua grande esuberanza.
Per passare alla cassa, dunque, avranno ben poco di esclusivo da escogitare e le tante volte spese a sfilarsi reciprocamente punti più o meno importanti, potranno riassumersi in qualche riflessione preordinata in modo illusorio, lasciando il resto al divenire dei fatti. Insomma, sfugge l’idea che i due hanno in corpo di un match che per Nadal potrebbe essere l’ultimo sulle sabbie di Parigi.
Li avevamo lasciati un anno fa a contendersi una semi poi vinta dal serbo, li ritroviamo sullo stesso campo a perpetuare una saga che tutti vorremmo diluire ancora nel tempo. Nel frattempo i due sono usciti dall’immenso centrale parigino, hanno colto altre vittorie e fatto parlare di sé.
In attesa della centesima replica, godiamoci quella in arrivo figlia di grande intelligenza sportiva e di quella forza propulsiva che i dualismi raccolgono e rilanciano all’infinito rendendo tutto più intrigante ed evitando che il tennis si traduca in un’arida somma di diritti e di rovesci!