Indipendentemente dai risultati delle prossime settimane, al termine della stagione sull’erba Berrettini si troverà intorno al numero 20 del mondo. Colpa di Wimbledon senza punti e degli scherzi del ranking, ma niente paura: già quest’anno avrà tutto il tempo e le possibilità di tornare in alto

Matteo perderà tante posizioni, ma non è un dramma

L’attesa è stata più lunga del previsto, ma finalmente l’Italia ha ritrovato il suo numero uno. Dopo quasi tre mesi ai box per l’operazione alla mano, Matteo Berrettini ha fatto il suo rientro a Stoccarda, dove ha superato il match d’esordio. Ha vinto senza convincere, lasciando un set al moldavo Radu Albot, ma ciò che contava era solo ripartire e Matteo l’ha fatto con il piede giusto, nel suo periodo dell’anno preferito. L’erba può favorirne il ritorno ad alti livelli in tempi brevi: perché è la miglior superficie per le sue caratteristiche, perché la stagione verde è appena iniziata anche per tutti gli altri e perché sui prati si gioca un tennis più facile, più istintivo e meno fisico, quindi lo sforzo necessario per essere competitivo non è così importante come lo sarebbe altrove. Tuttavia, Berrettini ha di fronte un periodo tutt’altro che semplice, perché indipendentemente dai risultati del prossimo mese si troverà a perdere parecchie posizioni nel ranking mondiale. Frutto in particolare della scelta dell’ATP di non assegnare punti a Wimbledon, in risposta alla decisione dell’AELTC di lasciare fuori russi e bielorussi, che andrà a penalizzare per primi i finalisti dell’edizione 2021, quindi Djokovic e lui. Ma anche del sistema di classifica rivoluzionato dalla pandemia: gli ha dato una mano fino a qui, ma ora gli chiederà inevitabilmente il conto.

Nelle prossime quattro settimane Berrettini dovrà dire addio a ben 2.275 punti, ben oltre la metà dei suoi 3.805 complessivi. 1.200 sono quelli della finale del 2021 ai Championships, e non avrà la possibilità di difenderne nemmeno uno. Poi ci saranno i 360 dei quarti di finale al Roland Garros 2021 (che si giocò una settimana dopo rispetto alle date tradizionali), quindi i 500 del titolo al Queen’s Club e altri 215 che risalgono addirittura al 2019: 125 di Stoccarda e 90 di Halle. Significa che fra una trentina di giorni Matteo potrebbe trovarsi addirittura fuori dai primi 25 giocatori del mondo, e non ha chissà quali chance per tamponare la perdita. Anche se dovesse vincere sia questa settimana in Germania sia la prossima a Londra, scenario comunque improbabile al rientro dopo un lungo stop, potrebbe raccogliere al massimo 750 punti, molti meno di quelli che andrà a scartare. Vuol dire che anche nella migliore delle ipotesi scivolerebbe attorno al ventesimo gradino, molto lontano dalle posizioni che ha dimostrato di meritare. Non è un dramma, perché il vero Berrettini – se il fisico deciderà di lasciarlo giocare in pace, come negli ultimi due anni ha fatto meno spesso di quanto dovrebbe – ha tutte le carte in regola per risalire in fretta, ma dal punto di vista psicologico non sarà semplice trovarsi costretto a ripartire da lontano, senza colpe o quasi.

Dopo Wimbledon cambia tutto: ci sarà subito la chance di risalire

Detto dei passi indietro nel ranking che saranno inevitabili, Berrettini non è tipo che si piange addosso e non può fare altro che provare a vincere più partite e tornei possibile, per certificare il suo status di top-10 indipendentemente da ciò che racconta la classifica. Matteo avrà sicuramente una chance prima in Germania, dove nei quarti di finale di venerdì sfiderà in un derby tricolore il suo miglior amico nel circuito Lorenzo Sonego, e poi al Queen’s, dove partirà come seconda testa di serie ma ha sicuramente più possibilità di fare bene rispetto alla prima, quel Casper Ruud che ha fatto progressi enormi ma sull’erba – parole sue – preferisce giocarci con la mazza da golf piuttosto che con la racchetta da tennis. La buona notizia è che dopo l’esordio al Boss Open (col quale condivide lo sponsor) il numero uno azzurro ha detto di sentirsi bene fisicamente, e di essere molto felice delle sue condizioni. Non era banale e lascia ben sperare per le prossime settimane ma anche – o soprattutto – per il resto della stagione, nella quale invece il 26enne romano avrà sul serio la possibilità di raccogliere punti pesanti per risalire in classifica. Da Wimbledon a fine 2022, infatti, Berrettini dovrà difendere meno di 600 punti in tutto: gli basterà dunque tenere un rendimento in linea con i suoi standard per recuperare parecchio terreno.

Di opportunità ce ne saranno eccome: quattro Masters 1000, lo Us Open, addirittura le Nitto ATP Finals qualora riuscisse a raccogliere prima i punti sufficienti per arrivarci, e vari altri tornei di livello inferiore ma che se sfruttati a dovere assegnano comunque tanti punti. Non sarebbe affatto una sorpresa, dunque, vedere Berrettini chiudere la stagione con un ranking di nuovo fedele al suo valore. Gli incidenti di percorso ci sono, ma ciò che conta è saperli superare e trasformare in un’occasione per migliorarsi ancora. Fino a qui, nella sua carriera, Matteo l’ha saputo fare alla grande.