Dopo le dichiarazioni dei ciclisti Thibaut Pinot e Guillaume Martin, il direttore della WADA Olivier Niggli ha rilasciato un’intervista alla televisione svizzera RTS. “Le iniezioni di anestetico – ha dichiarato – non sono vietate e non migliorano le prestazioni”
Dopo il trionfo al Roland Garros, che ha consolidato Rafa Nadal come vincitore del maggior numero di titoli dello Slam nella storia del tennis maschile, diversi ciclisti francesi hanno storto il naso contro le pratiche utilizzate dal maiorchino, sostenendo di non essere autorizzati.
Il direttore generale dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), Olivier Niggli, ha difeso il tennista spagnolo dopo le critiche della stampa e del mondo del ciclismo transalpino, sottolineando che le infiltrazioni che l’atleta ha subito sul piede sinistro sono consentite. Le iniezioni di anestetico praticate da Nadal per combattere il dolore al piede “non rientrano nell’elenco dei prodotti vietati (dalla WADA, ndr.), in quanto non sono considerate in grado di migliorare le prestazioni sportive e non sono dannose”, ha dichiarato Niggli in un’intervista alla televisione svizzera RTS.
Sempre Niggli ha sottolineato che il dibattito sulle infiltrazioni non dovrebbe avvenire nell’ambito del doping ma in quello dell’etica medica, dove ci si potrebbe chiedere “se sia accettabile che un atleta d’élite debba sottoporsi a iniezioni prima di una partita”. “Nadal ha vinto 14 titoli al Roland-Garros, e se i precedenti 13 li ha vinti senza bisogno di queste iniezioni, è probabile che il quattordicesimo non sia stato merito loro”, ha concluso.
Anche la Società Spagnola di Medicina dello Sport ha emesso una nota informativa in cui afferma che “le infiltrazioni anestetiche sono procedure terapeutiche di ampio e antico utilizzo, sia nel campo dello sport che in quello lavorativo e in molti altri”. Ha aggiunto che “le infiltrazioni non sono vietate nel ciclismo dall’Unione Ciclistica Internazionale, come è stato indicato da un atleta francese“, ribadendo che “collegare i concetti di infiltrazione e doping non è corretto ed è forse diretto a mettere in dubbio la legalità dei risultati di alcuni atleti”.