ITALIA 1-3 ARGENTINA – Un ammirevole Fabio Fognini lotta altre tre ore e mezza col sogno di portare l’Italia al singolare decisivo, ma si arrende in quattro set a Federico Delbonis. Le fatiche di ieri hanno fatto la differenza. Vince la maggiore completezza degli albicelesti, trascinati in semifinale di Coppa Davis dai due giocatori meno attesi. (Foto Costantini / FIT)– 1 ora e 39 minuti per il secondo singolare, 3 ore e 50 per il doppio, 3 ore e 34 per il terzo singolare. Non si può certo dire che Fabio Fognini non ce l’abbia messa tutta per tenere a galla l’Italia nel difficile week-end di Pesaro, ma nelle semifinali della Coppa Davis ci va meritatamente l’Argentina. I sudamericani si sono presi tre punti in tre match lottatissimi, e possono lasciare il Circolo Tennis Baratoff con un sorriso grande, ancora di più che in tante vittorie del passato. Perché stavolta non hanno vinto i singoli, che poi magari negli spogliatoi nemmeno si guardano in faccia, ma ha vinto il gruppo, plasmato da un Daniel Orsanic che merita un grande applauso per aver ricostruito il rapporto fra Juan Martin Del Potro e Juan Monaco e consegnato all’AAT una nazionale compatta e di nuovo molto competitiva. Non è un caso che i due ex top-10 siano passati in secondo piano, a favore di un Guido Pella splendido nelle fasi finali del doppio e soprattutto di Federico Delbonis, bravissimo ad approfittare alla grande dei problemi di due avversari superiori. Ma il Seppi di venerdì era lontano dai suoi livelli migliori, mentre Fognini si è presentato in campo con cinque ore e mezza di battaglie ancora da smaltire completamente, così l’eroe del week-end è diventato lui, col suo tennis un po’ grezzo e una mano da far rabbrividire tanti dilettanti, che stride eccome con la polo Lacoste dal profumo di gesti bianchi. Ma anche, o soprattutto, la capacità di non perdere mai la concentrazione. Una dote che ha fatto la differenza nel primo match dell’intero week-end con un vero clima Davis, che ha risolto per 6-4 7-5 3-6 7-5 e spedito il numeroso team argentino (ben 18 componenti fra giocatori e staff) a saltellare sotto la gradinata degli “aficionados”, calorosissimi per tutti i tre giorni.
LE FATICHE DI IERI FANNO LA DIFFERENZA
Nel frattempo, dall’altro lato Fognini lasciava il campo con tutta la gente in piedi ad applaudirlo, dopo oltre 9 ore che non sono servite a portare l’Italia in semifinale, ma sicuramente hanno contribuito a ricucire in alcuni casi, o a rendere ancora più forte in altri, il legame con il pubblico italiano. Chi lo adora si sarà lustrato gli occhi nel vederlo lottare come un leone anche quando le energie erano finite da un pezzo, chi invece lo apprezza meno stavolta non può muovergli troppe critiche. A Fabio è girato quasi tutto nel verso sbagliato: il primo match al sabato (quando ha spinto per iniziarlo venerdì), un doppio finito – inutilmente – al quinto set e l’obbligo di giocare contro un avversario molto più riposato, peraltro nella giornata più calda dell’intero fine settimana. Eppure, dopo due set in cui si è lasciato scappare qualche chance, c’è mancato poco che non arrivasse al quinto set, con più grinta che tennis, più talento che tutto il resto. Si fosse giocato in condizioni normali, probabilmente il tennis stupendo visto solo a sprazzi nel primo e nel terzo set avrebbe avuto maggiore continuità, e la serie sarebbe finita al singolare decisivo, perché nei momenti in cui Fognini ha fatto le cose bene Delbonis ci ha capito poco, come già nel quinto set della recente sfida a Wimbledon, ribaltato dall’azzurro da 0-3 a 6-3. La disparità tecnica è immensa, ma farla pesare sull’erba è un conto, farlo sulla terra, con 5 ore mezza nelle gambe, è ben altra cosa. E così il match l’ha vinto il 26enne mancino di Azul, di nuovo decisivo come nel primo turno del 2015 contro il Brasile, più bravo di Fabio in un quarto set da fiato sospeso da entrambe le parti. Dopo che Fognini è tornato in sella nel terzo, e la temperatura ha tolto tantissime energie anche a Delbonis (“io ho giocato otto ore, ma mi sembrava lui ne avesse giocate sedici”, le parole di Fognini in conferenza stampa), il match si è deciso nella battaglia di nervi, davanti a degli spettatori veramente rumorosissimi. Fabio ha acceso gli italiani rimanendo a galla con tanto cuore, loro hanno ricambiato dandogli tanta energia, e c’è stato addirittura un frangente in cui sembrava superiore.
I NERVI DI DELBONIS NELLA BOLGIA
Quando le gambe non andavano più, nella metà campo di Fognini è arrivata l’attenzione, ed riuscito ad allungare sul 5-3, facendo annusare il quinto set al pubblico. Ma Delbonis non ha mollato di un centimetro. L’Argentino ha saputo di nuovo alzare il livello, ha recuperato il break e ha finito per vincere gli ultimi quattro game nella bolgia del Ct Baratoff, salvando la bellezza di quattro set-point sul 4-5, con grande freddezza. Due col servizio, due facendo sbagliare Fognini nello scambio prolungato, in un clima sempre più infuocato. Nel decimo game uno schiamazzo dagli spalti gli ha fatto commettere un doppio fallo sul 40/40, che ha spinto il giudice di sedia Carlos Ramos a far entrare il referee dell’ITF per richiamare il pubblico, però lui non ha fatto la minima piega. “Delbo” aveva tutti i motivi per protestare, invece ha lasciato fare risparmiando quelle preziose energie mentali che gli sono servite per stringere i denti nel finale. Una volta siglato il 5-5 è crollato Fognini, con un paio di errori di diritto che gli sono costati il break decisivo. Ma non è finita neanche lì: di mollare il ligure non ne voleva sapere, così ha salvato due match-point di fila rimontando pure nell’ultimo game, e regalando all’account YouTube della Davis l’hot shot dell’anno con un magnifico passante di rovescio a una mano (!) sull’attacco in controtempo del rivale. Ma nemmeno la magia è bastata a spaventare Delbonis, che nell’ultimo punto ha trovato il tempo per mostrare anche un filo di mano, vincendo una delle sue pochissime schermaglie a rete dell’intero incontro. Il meglio che potesse fare nel momento più importante: proprio come il leitmotiv del suo splendido week-end.
COPPA DAVIS – Quarti di finale
ITALIA – ARGENTINA 1-3
Federico Delbonis (ARG) b. Andreas Seppi (ITA) 7-6 3-6 6-3 7-6
Fabio Fognini (ITA) b. Juan Monaco (ARG) 6-1 6-1 7-5
Del Potro/Pella (ARG) b. Fognini/Lorenzi (ITA) 6-1 7-6 3-6 3-6 6-4
Federico Delbonis (ARG) b. Fabio Fognini (ITA) 6-4 7-5 3-6 7-5
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