Oltre 60 anni fa, Ana Obarrio de Pereyra Iraola era una giovane promessa del tennis. Quello delle racchette di legno, delle palline bianche, del dilettantismo sfrenato. Ma erano altri tempi, in cui la famiglia aveva sempre la meglio sullo sport. Oggi una ragazza può fare quello che vuole, all'epoca non era così. Eppure, a 83 anni, con 10 figli e 37 nipoti a carico, la Iraola non ha abbandonato il suo sogno. E sì, vuole diventare campionessa mondiale di tennis. Non lo potrà fare nei tornei normali, ma ad Orlando ci sarà il campionato riservato agli Over 80. E lei, campionessa argentina nella sua categoria d'età, ha tutta l'intenzione di vincere. Tre volte a settimana, si mette ai piedi le scarpe di tela, di quelle che andavano di moda negli anni 50, e va ad allenarsi con amiche, avversarie, occasionali…chi capita. Il suo quartier generale è l'Hurlingham Club di Buenos Aires, dove ormai è diventata un'istituzione. L'aspetto, in effetti, tradisce tutti gli 83 anni. Però si muove ancora ottimamente e, come i tennisti di un tempo, gioca tenendo una pallina nell'altra mano. Tanto gioca il rovescio a una mano, per nulla inquinato dai gesti moderni. E le piace guidare, gestire da sola il campo di cui è proprietaria a Rauch, 300 km a sud ovest della capitale.
UNA SCELTA D'AMORE
“Mi piace competere, mi piace vincere, nella vita sono competitiva in tutto quello che faccio. Mi basta indossare le scarpe, sentire il campo sotto i piedi, e provo una gioia immensa”. Nata a Buenos Aires nel 1933, non ebbe particolari imposizioni dalla famiglia. Ma le norme sociali dell'epoca erano terribili, non si poteva sfuggire. E così, quando aveva 18 anni, ha smesso con il tennis per dedicarsi al futuro marito. “Dovevo giocare un campionato molto importante, facendo coppia con un campione italiano. Però a mio marito non piaceva che giocassi il doppio misto con gli uomini. Così, da allora, non ho più giocato. E non mi pento”. Si è dedicata alla famiglia, mettendo al mondo la bellezza di 10 figli. E così, ci sono stati periodi in cui non ha avuto il tempo nemmeno di leggere il giornale. Intorno ai 40 anni ha ripreso a giocare, ma solo per passatempo. Quando è rimasta vedova, intorno ai 60, ha deciso di provarci sul serio. Secondo Norma Baylon, miglior giocatrice argentina prima dell'arrivo di Gabriela Sabatini, “Ana è sempre stata la migliore nelle sue categorie”. Ha ripreso a dimostrarlo in tarda età, mettendo in mostra una capacità di concentrazione inusuale per una donna dioltre 80 anni. “Per tenere in moto il cervello leggo di filosofia e antropologia. Non mi rendo conto dell'età”. Nel 2015, l'Argentina si è piazzata in terza posizione al mondiale over 80, perdendo contro la Gran Bretagna. “Non mi è andata giù, ma adesso la mia ossessione è vincere a Orlando, dove ci sarà il prossimo mondiale”. C'è da scommetterci che si presenterà al massimo della forma….