Di Marco Caldara – 7 gennaio 2015
Da una parte un Richard Gasquet in forma smagliante, dall’altra un Simone Bolelli spento, dal rendimento inferiore a quello degli ultimi mesi, poco incisivo col servizio e falloso col dritto. Ecco spiegato il 6-3 6-2 che in appena 64 minuti ha promosso il francese ai quarti di finale dell’ExxonMobil Open di Doha, dove se la vedrà con Tomas Berdych. Alla luce della bella vittoria di lunedì contro Benjamin Becker, era lecito aspettarsi una buona prova da parte di Bolelli, contro un avversario di prima categoria ma troppo spesso schiavo di se stesso. Invece, la sfida ha confermato il trend dei quattro precedenti, col bolognese sempre battuto e capace di conquistare un set in una sola occasione. Oggi non ci si è nemmeno avvicinato, sbagliando molto anche col ‘suo’ diritto (28 gratuiti in tutto) ma soprattutto andando a sbattere contro un avversario capace di tenere un ritmo elevatissimo per tutto il match. Pur con i piedi ancora troppo distanti dalla riga di fondo, il talento francese – seguito in tribuna da coach Grosjean e Gilles Simon – ha cercato e trovato un tennis molto aggressivo, troppo per il Bolelli odierno, finito subito sotto in entrambi i set e incapace di tenere il ritmo di Gasquet, più volte abile a lasciarlo fermo a metri dalla palla. A pesare sulla prova di Bolelli anche uno scarso rendimento col la seconda di servizio (35% di realizzazione) e la scelta, discutibile, di giocare troppo spesso in casa del nemico, preferendo lo scambio rovescio contro rovescio alla soluzione lungolinea.
SIMONE REAGISCE TROPPO TARDI
Dopo un primo set deciso dallo strappo nel secondo game, ma che ha visto l’azzurro salvare prima due palle del doppio break e poi un set-point sul 2-5, Simone ha aperto la seconda frazione con una bordata vincente di diritto e un ace, quasi a voler scacciare le incertezze della prima mezz’ora. Pareva l’alba di un nuovo inizio, invece è rimasto solo un fuoco di paglia, con Gasquet che gli ha tolto il servizio ai vantaggi, dopo essersi visto dire di no sul 30-40 da uno splendido vincente di rovescio. Nemmeno averlo trafitto col suo colpo, dopo un lungo scambio sulla sua diagonale prediletta, è bastato a creare dei dubbi nella mente del transalpino, volato poco dopo sul 3-0 pesante. A quel punto, un suo doppio fallo sul 15-15 ha permesso per la prima volta a Bolelli di arrivare a 30 in risposta, lanciandone una serie di sette punti (e due game) consecutivi, rivelatasi però tanto bella quanto vana. Gasquet non ha tremato, si è andato a prendere gli ultimi tre game e ha chiuso il match, prenotando il duello con Berdych. “Sono felice di come è andata – ha detto a caldo dopo il successo – non era un match facile, contro un avversario di talento. Averlo superato così mi dà tanta fiducia per domani. Qui ho vinto nel 2013, poi ho giocato bene tutta la stagione e chiuso nei top 10. Spero di riuscirci di nuovo”. A giudicare dal rendimento odierno, vederlo nuovamente competitivo ad altissimi livelli non sarebbe una sorpresa.
TOP 50, APPUNTAMENTO RIMANDATO
In passato il ventottenne francese non si è guadagnato la nomea del lavoratore perfetto, ma contro Bolelli è parso veramente in grandissime condizioni, segno che forse quest’inverno (seppur impegnato prima nella finale di Coppa Davis e poi all’IPTL) ha veramente fatto le cose sul serio. L’esempio è tutto nel punto conquistato sul 6-3 2-0, con Bolelli avanti 30-0 sul proprio servizio. L’azzurro, con i piedi dentro al campo ha giocato una precisa smorzata di diritto che pareva vincente, ma il francese è scattato da molto lontano, ha raggiunto la palla e ha passato Simone, mostrando una tonicità fisica degna del miglior Nadal. Se la voglia di lottare è questa, l’ex allievo di Riccardo Piatti può guardare veramente in alto. Un pizzico di delusione invece per il rendimento di Bolelli, che oltre ai quarti di finale ha mancato l’accesso fra i top 50, garantito dai 45 punti in palio per il vincitore. A livello di ranking, essere 52 o 49 poco cambia, ma per Bolelli il traguardo può avere un forte significato simbolico. Gli manca dall’11 maggio 2009, quando ne uscì dopo poco meno di un anno di permanenza. Dieci giorni più tardi avrebbe annunciato la separazione da coach Pistolesi, atto primo del momento più difficile della sua carriera. Quasi sei anni più tardi è di nuovo in alto, e rimettere piede fra i top 50 sarebbe l’occasione per lasciarsi definitivamente il passato alle spalle. Non ci è riuscito negli Emirati, ma l’impressione è che l’appuntamento sia solo rimandato.
SEPPI PUNTA LA SEMIFINALE
Bolelli non ce l’ha fatta, ma nei quarti di finale ci sarà comunque una traccia di azzurro. Merito di Andreas Seppi, che dopo la dura vittoria sull’argentino Leonardo Mayer, ottava testa di serie, ha messo al tappeto in due set il brasiliano Joao Souza, domato con il punteggio di 7-5 6-2. Decisivi due parziali di cinque giochi a zero: il primo per conquistare il set d’apertura dalla spiacevole situazione di 2-5, il secondo per chiudere il match. Domani, nell’ultimo match di giornata sul Campo Centrale, Andreas se la vedrà con il croato Ivan Dodig, numero 89 del ranking mondiale, che al secondo turno ha messo fine in due set al sogno di Michael Berrer, ancora provato dall’impresa di ieri contro Rafael Nadal. Un avversario decisamente alla portata dell’azzurro, che l’ha già sconfitto in ben cinque confronti (su sei) e non vuole lasciarsi scappare l’occasione di aprire l’anno con una semifinale, traguardo mai raggiunto nell'intero 2014.