Roger Federer cancella i dubbi emersi nella prima giornata e batte Dominic Thiem in appena 67 minuti. Ha giocato un match perfetto sul piano tattico e buono tecnicamente. “Sono molto soddisfatto della reazione dopo una sconfitta”. Adesso deve battere Kevin Anderson, ma nemmeno una vittoria gli garantirebbe il passaggio del turno.

Non poteva arrendersi così, specie in un Masters di così basso livello, il peggiore degli ultimi anni. E allora Roger Federer ha reagito dopo la sconfitta contro Nishikori, tornando in lizza per un posto in semifinale. Nella sessione serale di martedì, lo svizzero ha vinto (molto) nettamente contro Dominic Thiem, Un 6-2 6-3 che ha un doppio valore: da una parte lo rilancia, dall'altra rimette in sesto il bilancio contro l'austriaco, uno dei pochissimi che aveva un saldo positivo nei suoi confronti. Adesso i numeri sono di nuovo in parità (2-2) e Federer sogna di raggiungere le semifinali per la quindicesima volta in sedici partecipazioni alle Finals (ha fallito l'obiettivo soltanto nel 2008). “Sono veramente felice di aver mostrato una reazione dopo il match precedente – ha detto – qui non ci sono partite facili. Non sono abituato a perdere e tornare in campo, ma è stato un buon esercizio, una bella sfida e sono soddisfatto del mio atteggiamento. Ho giocato bene e mi sono divertito”. Ne aveva bisogno, perché la sconfitta contro Nishikori era stata molto pesante. Non gli era mai capitato di perdere in due set in 46 match di round-robin giocati dal 2002 a oggi. Ma se domenica aveva commesso un mucchio di errori, stavolta è rimasto attento e concentrato. Il rovescio in slice, arma che gli ha dato parecchie soddisfazioni negli anni, è stata ancora più letale contro Thiem. Lo ha mandato fuori ritmo, fuori posizione, facendogli perdere la misura dei colpi. Mentre l'austriaco commetteva un gran numero di errori, Federer acquisiva fiducia e di tanto in tanto estraeva qualche bel punto dal suo infinito repertorio.

EFFICACE IN RISPOSTA
Thiem ha provato a snaturarsi, cercando spesso la via della rete, probabilmente per sorprendere Federer e metterlo sotto pressione. Ma la tattica non è nelle sue corde: troppi errori, anche banali, hanno creato ancora più confusione. Non è un caso che l'ultimo punto della partita sia stata una brutta volèe di dritto, fuori di metri, che ha consegnato a Federer il quarto break e sigillato il punteggio sul 6-2 6-3. Federer ha ritrovato le percentuali “giuste” con il servizio, concedendo appena tre punti quando ha messo la prima palla e raccogliendo il 47% dei punti in risposta. L'austriaco è parso un pesce fuor d'acqua, a disagio con i rimbalzi e la velocità del campo londinese, per nulla adatti alle sue ampie sbracciate. Ma i meriti di Federer sono notevoli: oltre al già citato rovescio in slice, è stato bravissimo risposta. Il kick dell'austriaco è meno efficace indoor, ma ridurre di 20 punti percentuali la resa della prima di Thiem (dal 74,6% stagionale al 56% di questa partita) è un risultato notevole. Adesso Federer si giocherà la qualificazione contro Kevin Anderson. Il sudafricano è quasi matematicamente qualificato, mentre Federer avrà bisogno di una vittoria, e non è detto che basti. Sarà importante il risultato di Thiem-Nishikori. A parte i calcoli, c'è da affrontare un giocatore che lo ha battuto nell'ultimo scontro diretto, il famoso quarto di finale a Wimbledon. Prima di allora, tuttavia, Federer lo aveva sempre battuto in due set. “Kevin sta giocando bene e ha avuto una grande stagione, a Wimbledon ha meritato di vincere ma è bello avere la possibilità di affrontarlo di nuovo nella stessa città. Il primo match è stato negativo, il secondo è andato meglio e adesso devo mantenere questo livello, specie se voglio avere una chance di andare in semifinale”.

L'IMPORTANZA DEL RIPOSO
Intanto le statistiche si ingrossano: Federer ha giocato 70 partite al Masters, vincendone 56 (l'80%). Di queste, 37 sono maturate in due set. E adesso si rilancia in un torneo che sembrava nato sotto una cattiva stella. Ma come ha fatto a ritrovarsi in appena 48 ore? “Facile: il giorno libero. E domani farò lo stesso perché ha funzionato. La cosa importante non erano i colpi, ma la mia testa. A volte ho bisogno di una pausa, anche tenendo conto che ho giocato molto negli ultimi due mesi. Al ritorno in hotel ho guardato la partita contro Nishikori, abbiamo discusso e il mio team mi ha consigliato di godermi la giornata con la mia famiglia”. La strategia ha pagato. Di nuovo fresco e concentrato, ha brekkato per quattro volte l'austriaco. Niente a che vedere con un primo match in cui era stato irriconoscibile. A dargli una mano, la motivazione radunata osservando gli highlights delle ultime dieci edizioni del torneo, da quando il Masters si è spostato a Londra. “Mi ha ricordato quanto sia un privilegio giocare in questo impianto. Non c'erano motivi per essere negativo, il torneo è appena iniziato”. Giovedì ci sarà il crocevia decisivo.

NITTO ATP FINALS – Seconda giornata Gruppo Lleyton Hewitt
Roger Federer (SUI) b. Dominic Thiem (AUT) 6-2 6-3